Prende corpo il progetto del gemellaggio tra Sesto e LangensteinE' stato un arcobaleno di colori musica e solidarietà, l'accoglienza che la cittadinanza di Langenstein e St., Georgen ci ha riservato il 3 maggio, quando noi dell'Aned di Sesto ci siamo recati al memoriale di Gusen, consueta tappa del pellegrinaggio sestese. Le due cittadine sorgono nei pressi del sottocampo di Mauthausen, dove furono internati il maggior numero di prigionieri politici sestesi. Per noi dunque assume un significato particolare. Come certamente molti lettori sanno, inoltre, di quello che era un terribile Lager oggi rimane solo una piazzola sottratta faticosamente alla speculazione edilizia e alla inarrestabile voglia di nascondere le tracce del passato. Intorno al memoriale di Gusen, costituito da una costruzione in muratura dove è possibile vedere ancora il forno crematorio, sono sorte come funghi tante villettine nel tranquillo e sereno stile austriaco con tanto di nanerottoli e statue di Biancaneve. E forse tanta voglia di dimenticare si nascondeva in passato anche dietro agli atteggiamenti spesso ostili della popolazione del luogo che durante i pellegrinaggi, soprattutto dei primi anni, aveva spesso gesti di intolleranza nei confronti di quanti si recavano a rendere omaggio ai propri caduti. Questo non è successo lo scorso 3 maggio, quando fuori dal memoriale non abbiamo trovato un grigio deserto e la terribile sensazione di essere osservati astiosamente dietro gli scuri delle finestre, ma una piazza occupata da una mostra di disegni e fotografie e da un plastico di come era un tempo il Lager. Donne in costume tradizionale ci hanno offerto dolci tipici e tanti sorrisi, molti giovani delle associazioni locali distribuivano bigliettini da compilare con i nostri dati per effettuare scambi epistolari ma soprattutto per ricordare insieme. Con noi di Sesto era presente anche la delegazione di Empoli, da cinque anni gemellata con la vicina St. Georgen. Un cambio di tendenza a 180 gradi dunque, che sicuramente possiamo imputare a questi contatti e scambi come i gemellaggi che Prato ha da dieci anni con Ebensee, Empoli ha già stipulato con St. Georgen, e che la città di Sesto si sta accingendo a concludere con il comune di Langenstein, sul cui territorio sorgeva il campo di Gusen. La nostra amministrazione è già da tempo in contatto con quella della cittadina austriaca che sorge a pochi chilometri da Linz. Lo scorso marzo ci hanno fatto visita a Sesto; nell'occasione hanno potuto visitare il luogo dove verrà eretto il monumento al deportato, e ci siamo scambiate reciproche promesse e dichiarazioni d'intenti. In quell'occasione ci avevano detto che per il 3 maggio ci saremmo visti a Gusen, insieme avremmo formato il corteo per le celebrazioni e avremmo aggiunto un altro tassello al percorso burocratico e politico del gemellaggio. Così è stato, e nel tardo pomeriggio una delegazione di venti cittadini di Sesto è stata ospitata a cena dai membri del comune di Langenstein. La cena, rigorosamente austriaca, a base di cotoletta impanata con marmellata di mirtilli, si è svolta alla presenza del vicesindaco Hernst Hutsteiner, in rappresentanza del sindaco che era malato, e dei membri delle commissioni culturali. A rappresentare il Comune di Sesto, invece, c'era il presidente del Consiglio comunale Giancarlo Castelli. "Langenstein è una cittadina di 2.600 abitanti contro gli 85.000 di Sesto, e non vorremmo che questo rappresentasse un problema. I nostri ragazzi, inoltre, al contrario dei vostri, non studiano a scuola i problemi del nazifascismo. E'inoltre importante che cerchiamo dei punti di intesa ed affrontiamo insieme questi problemi" ha detto il vicesindaco. Giancarlo Castelli, per parte sua, ha ribadito l'importanza di rendere concreti i reciproci intenti di amicizia con degli scambi culturali rivolti soprattutto ai giovani delle scuole, presenti nella delegazione. Castelli ha anche abbozzato l'idea di proporre uno scambio a quattro (Sesto, Empoli, Langenstein e St. Georgen) dato che Langenstein non essendo molto grande ha solo scuole elementari, e per le scuole superiori si appoggia alla vicina e più grande St. Georgen. Comunque, indipendentemente dal modo in cui al più presto si comincerà a concretizzare il gemellaggio, siamo sicuri che questa sia una tappa molto significativa e importante poiché solo abbracciando insieme certi valori è possibile che quanto accaduto non torni mai più. Ci sono a Langenstein degli studiosi del luogo molto interessati alla questione della deportazione. Lì non ci sono testimoni diretti come abbiamo noi; loro però possono accedere, essendo del luogo, a infonnazioni e archivi che noi non abbiamo. Un reciproco scambio potrebbe portarci molto in là anche nella ricerca storica. Insomma, dal pellegrinaggio di quest'anno siamo tornati con un bagaglio veramente più pesante, che dovremmo sfruttare al massimo e spingere per una veloce concretizzazione del progetto del gemellaggio. L'auspicio dell'amministrazione comunale di Sesto è che la definizione del gemellaggio possa coincidere con l'inaugurazione del Monumento al deportato nel Parco Nord, dunque il prossimo autunno. Monica Credi |