Mentre in Germania si ricordano le vittime dei Lager

La Resistenza censurata nei francobolli del governo Berlusconi

I francobolli del governo Berlusconi

L'amministrazione delle Poste aveva annunciato l'emissione di un francobollo espressamente dedicato alla deportazione, nel quadro delle celebrazioni del cinquantenario della Liberazione. E il Triangolo Rosso ingenuamente ci aveva creduto, tanto da dare la notizia nel suo ultimo numero. Solo lo scorso 31 marzo abbiamo potuto verificare di che cosa si trattava. E non possiamo non esprimere qui, insieme alle scuse ai nostri lettori per l'equivoco in cui il ministero ci ha trascinati, tutta la nostra costernazione per il modo reticente e parziale con il quale l'Italia filatelica ha liquidato il cinquantesimo anniversario della Resistenza e della fine della guerra. L'amministrazione delle Poste aveva annunciato l'emissione di un francobollo espressamente dedicato alla deportazione, nel quadro delle celebrazioni del cinquantenario della Liberazione. E il Triangolo Rosso ingenuamente ci aveva creduto, tanto da dare la notizia nel suo ultimo numero. Solo lo scorso 31 marzo abbiamo potuto verificare di che cosa si trattava. E non possiamo non esprimere qui, insieme alle scuse ai nostri lettori per l'equivoco in cui il ministero ci ha trascinati, tutta la nostra costernazione per il modo reticente e parziale con il quale l'Italia filatelica ha liquidato il cinquantesimo anniversario della Resistenza e della fine della guerra.

Il famoso francobollo italiano sulla deportazione altro non è che un brutto francobollo da 750 lire dedicato a Mafalda di Savoia, uscito insieme a altri 8 che celebrano le Forze Armate, tre città Medaglia d'Oro (Firenze, Vittorio Veneto e Cagliari), scelte secondo un criterio che francamente ci sfugge, oltre allo sbarco ad Anzio e a Teresa Gullace, scelta a rappresentare le "Donne nella seconda guerra mondiale". Nel cinquantesimo dei 25 Aprile l'Italia ha scelto di non ricordare la Resistenza e di affidare alla figura di Mafalda di Savoia la rappresentanza ideale di oltre 40.000 uomini e donne deportati nei Lager nazisti con l'attiva collaborazione dei fascisti. I partigiani; le vittime delle rappresaglie; le repubbliche partigiane; le città che si ribellarono al fascismo e al nazismo, e che si liberarono con una insurrezione popolare; la Risiera di San Sabba; gli scioperi del marzo '44... tutto questo non merita una menzione da parte dell'amministrazione delle Poste. Il primo a elevare la sua sdegnata protesta è stato Alberto Bolaffi, il più noto tra i filatelici italiani, il quale ha parlato di "un prodotto postale pericoloso". Rappresentanti delle forze democratiche e antifasciste italiane si sono unite alla protesta di Bolaffi, alla quale anche l'Aned non può che associarsi con sdegnata costernazione. In questa vicenda c'è una piccola ma importante lezione. Chi era responsabile del dicastero al momento della decisione sulle emissioni celebrative del 25 Aprile? Chi è l'artefice di questa bella idea? Niente altri che il governo Berlusconi, e in particolare l'ex ministro post-fascista (post?) Pinuccio Tatarella, il quale ha pensato di celebrare con queste emissioni filateliche "un'Italia più unita". Una dichiarazione che lascia senza parole. Che a distanza di 50 anni dalla fine della guerra vi sia qualcuno (assurto per giunta alle massime responsabilità di governo dei paese) che pensi che celebrare con un francobollo le vittime delle Fosse Ardeatine o i milioni di uomini annientati nei Lager nazisti sia una operazione "di parte" è semplicemente aberrante. Alla luce di questo piccolo episodio si vede come il proposito di "dare alla memoria un futuro", come diciamo instancabilmente da tempo, non è tanto e solo un proposito di testimonianza e di ricordo, quanto un forte impegno di lotta politica e culturale contro chi come l'ex ministro Tatarella pensa che sia possibile cancellare la storia della Resistenza e della deportazione. E non ci si venga a ripetere la favoletta della riconciliazione: l'unità del paese e la pacificazione si costruiscono nel ricordo e nella valorizzazione della verità storica, non sulla mistificazione e sulla censura. Guardi l'amministrazione delle Poste a quanto ha fatto la Bundespost in Germania, con i bei francobolli dedicati, senza reticenze, alle vittime dei Lager nazisti. E si vergogni.

 

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