Il discorso di Maris ai funerali di Carlo Scussat

"Nel nostro lavoro ci accompagnerà l'esempio della sua coerenza"

 

"Un compagno che non ambiva ad onori, ma soltanto a dare tutto se stesso, con amore e dedizione"

Si sono svolti in una gelida mattina, il 20 gennaio scorso, i funerali dei compagno Carlo Scussat, instancabile sostenitore della nostra associazione. Dopo la cerimonia religiosa il presidente dell'Aned Gianfranco Maris ha portato alla famiglia l'abbraccio e la commozione di tutta l'associazione.

"Ritengo che sia giusto - ha detto Maris - che siano ricordate in questo momento di lutto le virtù civili, di cíttadino del compagno Scussat; il coraggio che ebbe quando aveva 20 anni nella sua terra dell'Udinese di operare una scelta che poteva comportare - e comportò per lui e per un'infinità di suoi compagni - anche la morte o la deportazione in campo di concentramento.

"Scussat sapeva di affrontare questo rischio, eppure fece la sua scelta con serenità, e ne pagò fino in fondo il caro prezzo. Fu deportato a Buchenwald e lavorò in quel terribile campo di Dora dove gli uomini cadevano a centinaia, sfiniti dalla fame, dalla fatica, dalla tortura. "Egli affrontò quella terribile prova con lo stesso coraggio e la stessa dignità che l'avevano spinto a schierarsi con i partigiani, contro gli oppressori nazi-fascisti. Lo stesso coraggio e la stessa dignità che dimostrò al ritorno a casa, riaffrontando la vita civile con la coerenza politica e morale di una scelta etica che non tradì mai. "Da anni, lasciata la cosiddetta vita attiva del lavoro, era un nostro collaboratore volontario. Lo vedevamo ogni giorno, settimana dopo settimana, all'Aned. Aveva un atteggiamento ispirato a una assoluta umiltà; e uso questa parola non per diminuire il valore della sua preziosa opera: Scussat era umile perché donava senza pensare a nessun tornaconto, perché sentiva che così era giusto fare, e così sempre aveva fatto nella sua vita. Era uno di quei compagni che non aspirano a nulla, se non a dare tutto se stesso. E lui dava quotidianamente, con dedizione e con amore.

"Si è qui congedato dalla famiglia dei credenti; ma per noi, suoi compagni di deportazione, non c'è congedo. Noi continueremo a vivere anche nel suo ricordo. E lui a noi darà una ragione di più per continuare ad operare in coerenza con le nostre antiche scelte, in difesa dei valori della convivenza civile, della pace e della solidarietà"