Presentato a Torino il libro di Italo Tiobaldi

Vent'anni di ricerche per scoprire

il nome dei "Compagni di viaggio"

 

L'opera più completa sulla deportazione italiana. Ricostruiti 123 trasporti dal nostro paese verso i Lager nazisti. Manifestazione alla stazione di Porta Nuova per ricordare il primo convoglio sul quale si trovava anche l'autore, allora sedicenne Riportiamo di seguito la presentazione al libro, scritta da Gianfranco Maris e Bruno Vasari.

Compagni di viaggio: i trasporti dei deportati dal '43 al '45" è il titolo del libro di Italo Tibaldi, appena pubblicato da Franco Angeli con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte. Il libro, frutto di una ricerca ultraventennale, elenca il 23 trasporti finora individuati che portarono gli italiani nei campi di concentramento nazisti. "Compagni di viaggio" è stato presentato il 12 gennaio scorso in una sala Consiglio regionale piemontese da Gianni Perona, Marco Coslovich e Bruno Maida. Il giorno successivo, il 13 gennaio, si è svolta una manifestazione alla stazione ferroviaria di Porta Nuova in ricordo d ' el primo treno che il 13 gennaio '44 partì dal binario 19 verso i Lager nazisti. Con il sindaco Castellani c'erano ex deportati, familiari delle vittime e tanti, tanti giovani. Ragazzi delle scuole medie superiori, con la stessa voglia di vivere di Italo Tibaldi, che su quel primo trasporto salì quando non aveva che 16 anni.

La ricerca sui trasporti dall'Italia ai Lager nazisti dei deportati intrapresa da Italo Tibaldi - partigiano sedicenne all'epoca della cattura - è all'inizio appartata, solitaria. Questa ricerca ha assunto una prima notorietà con la pubblicazione su Triangolo rosso", periodico dell'Aned, allora diretto dal compianto Abele Saba, a partire dal 1983. Sulla trasformazione in volume dei dati apparsi su "Triangolo rosso", ampliati e arricchiti, l'Aned è stata costantemente e concretamente presente per fiancheggiare l'iniziativa e mettere a disposizione i mezzi occorrenti per integrarla.

Italo Tibaldi, motivato dal bisogno etico di tener viva la memoria della deportazione e delle vittime del nazismo, come si evince dalla sua appassionata premessa, sceglie un lavoro che abbia anche una rilevanza pratica come è nel suo carattere e nella sua formazione di tecnico. Ed egli instancabilmente raduna, ordina elementi utili per proseguire nelle ricerche con più ambiziosi traguardi.

La storia della deportazione italiana è la meta che l'Aned si prefigge ed è in vista di questo obiettivo e per i meriti intrinseci che il lavoro di Tibaldi entra a far parte della collana dei Triangoli rossi, pubblicata dalla Franco Angeli, con l'ambito patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte. La ricerca sui trasporti può considerarsi un punto di arrivo, ma anche una tappa intermedia suscettibile di rettifiche, integrazioni, o meglio un nuovo punto di partenza per ulteriori ricerche, in un impegno che non deve mai arrestarsi, con un ritmo, una volontà che non conosce soste, non si affievolisce, non si arresta. Sarebbe poco ringraziare Tibaldi e, trattandosi di un compagno di deportazione, siamo certi che risponderebbe di aver adempiuto a ciò che percepiva come un dovere. Lo facciamo tuttavia con calore.

Ringraziamo sentitamente Daniele Jalla, al quale si deve il coordinamento di questo volume e la preziosissima bibliografia. Al rigore scientifico, di cui ha già dato prova in importanti opere precedenti, Jalla unisce l'attenzione congeniale per i problemi storiografici della deportazione. Ringraziamo inoltre Augusto Cherchi che ha seguito il riversamento e l'elaborazione informatica dei dati e la predisposizione degli indici; Bruno Maida che ha svolto un'indagine sulle testimonianze dell'Archivio della Deportazione Piemontese, compiendo un utile confronto con un significativo campione di fonti di memoria; Maria Rosaria Mancino che ha realizzato la trascrizione delle lettere e collaborato al controllo finale dei testi. La collaborazione di questo gruppo di giovani studiosi che si sono raccolti nell'ultimo decennio attorno all'Aned assicura per l'avvenire la continuazione delle ricerche sulla deportazione su solide basi scientifiche. L'opera di Liliana Picciotto Fargion che ne Il libro della memoria, premio Acqui-Guareschi 1991, elenca i trasporti degli ebrei deportati, ha consentito confronti utilmente fecondi tra la ricerca dell'Aned e quella del Cdec.

Compagni di viaggio presenta i trasporti per luogo e data di partenza e di destinazione. Non sfugge all'evidenza il dramma delle persone ammucchiate in quei vagoni piombati. Per l'approfondimento si rinvia ai racconti dei superstiti inclusi nella vasta memorialistica. Alle stesse fonti è necessario ricorrere per avere cognizione dello sforzo dei ferrovieri italiani che nelle loro esigue, quasi nulle, possibilità hanno cercato di venire incontro alle esigenze dei trasportati. Ad essi va il nostro ammirato apprezzamento. I trasporti per ferrovia raccolti in questa pubblicazione sono un'utile base per tracciare un quadro della deportazione dalle singole città, province, regioni, mettendoli in relazione con le azioni di resistenza, di rastrellamento e, di repressione sul territorio. Non tutti i trasporti furono effettuati per ferrovia e, come detto all'inizio, qui si tratta solo dei trasporti dall'Italia e da Rodi e quindi non sono compresi quelli numerosissimi da Lager a Lager per ferrovia e non, fuori dai nostri confini.

I nominativi raccolti da Tibaldi, integrati sulla base di altre fonti, ancora da ricercare, saranno poi distinti e raggruppati per formazioni combattenti, per aree politiche e culturali nell'ambito della storia locale della resistenza, di cui quella della deportazione è parte integrante. La ricerca dei nominativi apre altri orizzonti di attività, in primo luogo quello della creazione di una banca dati ora in fase di avviamento e dell'accertamento dei numero complessivo dei deportati, per approssimazioni successive. Il libro ha in sintesi non solo una grande valenza emotiva, ma anche un'indubbia forza documentaria, basata sulla convergenza dei dati relativi ai trasporti e ai trasportati attinti a fonti diverse confrontate tra di loro.

Gianfranco Maris

Bruno Vasari