Venerdì ho partecipato all'incontro con gli alunni
del nostro liceo tenuto dal presidente della sezione
pavese della Associazione nazionale ex deportati Ferruccio
Belli. Alla vigilia avevo tentato di immaginare in qual
modo l'incontro sarebbe stato condotto, quale sarebbe
stata la linea di sviluppo fondamentale, la base su
cui organizzare gli argomenti. Ci era stata fornita
infatti soltanto una vaga indicazione dell'argomento,
afferente al fenomeno dell'antisemitismo e della deportazione
di massa nel corso degli anni quaranta. E aggiungo ora
che mi aspettavo qualcosa di diverso, o meglio un'esperienza
meno incisiva di quanto invece essa in seguito si doveva
rivelare. ( ... ) Ferruccio Belli è stato arrestato
in Italia, consegnato ai Tedeschi e deportato in Germania
in quanto oppositore politico, e precisamente militante
del Partito comunista italiano. Infatti anche gli oppositori
politici furono vittime dell'internamento in Germania,
ed hanno sperimentato le stesse atroci esperienze dei
sei milioni di ebrei vittime dell'olocausto. Dal modo
in cui ho sottolineato l'importanza della testimonianza
diretta, appare chiara la mia opinione sull'incontro,
che ho giudicato estremamente efficace. Ferruccio Belli
ha evidenziato significativamente alcuni tra gici particolari,
che chi non ha vissuto quelle vicende tende a trascurare
o non riesce neppure ad immaginare, e che in vece hanno
costituito uno degli aspetti più incisivi della testimonianza
resa a quel pubblico di liceali. ( ... ) Un altro merito
che riconosco a Ferruccio Belli è quello di aver saputo
organizzare ordinatamente il suo pensiero, il che mi
sembra impresa assai ardua per chi, nel rievocare i
fatti, riapre continuamente una ferita dento di sé.
Oltre ad una introduzione generale, che ho già definito
toccante, è seguita la visione di diapositive, in parte
inedite, sugli avvenimenti. Questa documentazione visiva
ha contribuito a mio avviso a dare consistenza alle
parole di Belli, le quali, già di per sé credibili,
hanno acquistato così un maggiore realismo. Questa scelta
ha inoltre ordinato la struttura dell'incontro, poiché
le diapositive stesse, organizzate per sezioni, illustravano
distintamente le varie fasi degli eventi: l'arresto,
la deportazione, le atroci condizioni dell' internamento,
l'incombere della morte in ogni attimo, le punizioni
crudeli, l'orrendo utilizzo di esseri umani come cavie
per esperimenti. Un'ultima considerazione di Ferruccio
Belli, infine, ha sottolineato un aspetto della vita
all'interno dei Lager che a noi può apparire impensabile,
il fatto cioè che anche in tali condizioni tra i deportati
non si sia mai esaurita la speranza, ed anzi essa abbia
costituito l'unica forza di fronte all'imperare della
morte. Probabilmente lo scopo predeterminato era quello
di sensibilizzare il mondo giovanile, quello cioè più
esposto alle semplificazioni dei mass-media e più incline
al distacco verso quanto non attiene alla propria realtà
contingente. Ritengo quindi che l'incontro abbia raggiunto
lo scopo prefisso, conseguendo un consistente coinvolgimento
emotivo del pubblico, e lasciando quindi un segno durevole
nelle coscienze.
Laura Orlando
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