Presa di Posizione dell'Aned
dell'Anpi e dell'Anppia
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La proposta di dedicare una via all'ex podestà diTrieste è un'offesa alla Resistenza |
Il sindaco di Trieste, Giulio Staffieri, del partito "Lista per Trieste" ha proposto che per onorare la memoria dei podestà Cesare Pagnini, nominato a tale carica negli anni 1943-1945 dai nazisti, gli sia dedicata, tra altro, una via della città. L'incredibile notizia ha suscitato un'ondata di reazioni indignate, dalla Comunità ebraica, da alcuni consiglieri comunali dernocratici e da altre organizzazioni e personali- tà. L'Anpi, l'Aned e l'Anppia di Trieste hanno subito reagito, con un documento di cui qui riportiamo ampi stralci. |
I comitati provinciali dell'Anpi, dell'Aned e
dell'Anppia, considerano la proposta provocatoria e offensiva nei confronti
dei Caduti per la Liberà e dell'intero movimento di Resistenza contro
il nazifascismo. E' l'ennesimo tentativo di riabilitazione di coloro che
servirono fedelmente l'occupatore nazista partendo dalla deformazione
della storia della Resistenza. Pagnini, uno dei due ideatori della costituzi-one
della Guardia Civica (l'altro è stato il prefetto nazista Coccani) e suo
comandante non può essere celebrato come difensore dei triestini e degli
italiani in generale. Anche se la Corte d'Assise straordinaria, in quel
particolare momento, lo assolse dall'accusa di collaborazionismo, rimane
il fatto che il Corpo, da lui costituito e comandato, venne considerato
collaborazionista dalla commissione per il riconoscimento delle qualifiche
partigiane insediata a Gorizia dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
E bene meditare anche sulla sentenza istruttoria n. 1082 U.I. del Tribunale
di Trieste del 22.2.1975 relativa al processo per i crimini della Risiera
di San Sabba, pp. 24 e 25. Esiste inoltre una nutrita bibliografia che
può sempre essere attentamente riletta e resa di pubblica ragione. Ma al di là di questo resta il fatto che gli appartenenti a questo Corpo, definito "Italiano" prestavano giuramento, sottoscrivendo un documento bilingue, tedesco-italiano, di "ubbidire incondizionatamente agli ordini dei miei superiori e di impugnare le armi contro i nemici della mia Patria e di combattere con fedeltà e coraggio nella formazione sotto le direttive tedesche", discostandosi di poco dal giuramento delle SS italiane che dichiaravano obbedienza assoluta "ad Adolf Hitler, supremo comandante dell'esercito tedesco." E documentato che la Guardia Civica arrestò combattenti per la libertà e li consegnò alla gestapo nazista che li impiccò (i 4 gapisti di via D'Azeglio); e che, inoltre, scortò armata i deportati triestini nei lager nazisti; che montò la guardia agli impiccati di via Ghega. |
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