Quale deportato politico, superstite
dei campi di sterminio nazisti (Buchenwald, Dora e Ravensbruck), mi
sono presentaio puntualmente, come ogni anno il 25 aprile, nel cortile
della Risiera, assieme ad altri compagni di prigionia, nonché
gruppi di visitatori provenienti da varie regioni e completamente ignari
dello spostamento della cerimonia ufficiale alla mattina di sabato 28.
Le persone presenti, hanno potuto tuttavia assistere ad un omaggio alle
vittime della Risiera di San Sabba, da parte di una qualificata rappresentanza
del Partito Comunista Italiano.
Tre giorni dopo - precisamente sabato 28 - sono ritornato sul posto
per presenziare assieme agli esponenti delle istituzioni cittadine,
alla cerimonia formale, conclusasi con l'intervento dell'on. Aldo Aniasi,
vicepresidente della Camera nonché presidente della Federazione
italiana associazioni partigiane.
Nel commento del giorno dopo, il giornalista del "Piccolo" sottolineava
- tra le notizie della cronaca celebrativa: "non c'è gran folla.
Colpa del giorno feriale, forse."
Terzo atto domenica 29 con la partecipazione - sempre alla Risiera -
della locale comunità israelitica, assente il giorno precedente
perché concomitante con la religiosità del sabato ebraico.
Canti, preghiere e l'accensione di sei candeline: una per ogni milione
di ebrei sterminati dei campi di concentramento.
Non conosco i motivi indubbiamente validi e certamente di natura politica,
tecnica ed organizzativa che hanno costretto il "Comitato per la difesa
dei valori della Resistenza e delle istituzioni democratiche", a far
slittare la data ormai storicamente collaudata di mercoledì 25
a sabato 28.
Nessun colpevolismo di sorta, ma momento di riflessione -a bocce ferme
dopo le elezioni amministrative e dopo il deludente "referendum"
- per fare il punto, memori delle vicende vissute e piuttosto sofferte
all'insegna di una programmazione di anticipo e di una collaborazione
più unitaria in vista della celebrazione del 1991.
Una calendarizzazione più tempestiva e lungimirante, permetterebbe
- tra l'altro - al predetto Comitato permanente, presieduto con sensibilità
da Dario Crozzoli, nella sua veste di presidente dell'amministrazione
provinciale, di individuare e vincolare con largo margine e nei tempi
regolamentari, il "politico di turno", senza dover andare a quelli supplementari!
E dal momento che dopo cento anni, un Presidente della Repubblica Italiana
ha accolto quest'anno l'invito a partecipare attivamente alla Festa
del primo maggio a Milano, non troviamo veramente alcun motivo plausibile
perché i tradizionali riti alla Risiera non vengano solennemente
celebrati alla presenza della massima autorità dello Stato.
La sua gradita partecipazione ed il suo magistero, contribuirebbero
a suggellare e soprattutto ad omologare l'unico "lager", esistente
e funzionate in Italia dal 4 aprile '44 al 30 aprile '45, dichiarato
monumento nazionale del nostro olocausto - anche se con grave ritardo
-, dall'allora presidente Giuseppe Saragat in data 15 aprile 1965.
Alvise Barison
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