" La prima guerra mondiale (ancor più
che la seconda) appare un evento distruttore di natura irresistibile,
una vera esplosione che sconvolse i precedenti equilibri politici,
economici, sociali e militari. ... Da allora... l'Europa occidentale
cominciò a declinare sul piano materiale e su quello morale ".
Si può essere o meno d'accordo con questo giudizio, ma certamente
non si può non partire da esso per comprendere un libro come questo,
che non vuole essere un'ennesima storia della seconda guerra mondiale,
ma si propone piuttosto come un'analisi sintetica degli avvenimenti
che concludono sanguinosamente un processo di decadenza iniziato più
di mezzo secolo prima e le cui tappe principali Silvestri ha cercato
di descrivere nei precedenti tre volumi.
Date queste premesse, risulta comprensibile
la scelta dell'autore di evitare per quanto possibile il tono da "
saggio storico " a favore di una esposizione " narrativa
", senza appesantimenti di note e con citazioni ridotte all'indispensabile:
l'intenzione è quella di facilitare la lettura e la comprensione
del testo, evitando di disperdere l'attenzione del lettore. Ancora,
Silvestri rivendica il tentativo di scrivere una storia " quantitativa
", o comunque di tradurre per quanto possibile in cifre e tabelle
comparative le forze militari che si contrapponevano nei vari teatri
del conflitto, le risorse produttive dei belligeranti e le perdite
che si infliggevano reciprocamente.
Scopo di questo approcio è di verificare, cifre alla mano,
la consistenza di alcune affermazioni correnti sull'andamento del
conflitto. Per esempio, viene confutata la leggenda della minore combattività
delle truppe francesi sconfitte nel 1940 dalla " guerra lampo
" tedesca rispetto alla disperata resistenza offerta dalle truppe
sovietiche negli anni 1941-42. Confrontando la percentuale dei caduti
della Wehrmacht nel corso delle due offensive contro la Francia e
l'Unione Sovietica, esse risultano praticamente uguali; in entrambe
le campagne i tedeschi dovettero superare la stesa intensità
di resistenza. La differenza venne creata dal fatto che la strategia
della " guerra lampo " si rivelò decisiva nel primo caso,
mentre non lo fu nel secondo.
Fallito l'obiettivo di un rapido crollo della potenza sovietica, anche
la guerra meccanizzata " finì per trasformarsi in una
forma speciale di guerra d'usura "; l'intero periodo metà
1943-metà 1944 sul fronte orientale fu la ripetizione, in forme
diverse, delle battaglie di trincea della prima guerra mondiale. D'altronde
proprio il momento in cui, per effetto della mondializazione del conflitto,
viene a mutare la natura stessa della guerra è anche il momento
in cui emergono i limiti della macchina bellica nazista. Non a caso
il capitolo più interessante del libro è quello che
documenta l'impreparazione tedesca di fronte alla " guerra totale
", il ritardo mai colmato con cui l'economia del Terzo Reich
venne mobilitata a supporto della produzione e delle esigenze belliche.
Basti pensare che ancora nel gennaio 1942 la produzione dei beni di
consumo era solo del 3% inferiore a quella del 1939.
Ben diverso fu l'atteggiamento delle potenze alleate. Spinte anche
dalla necessità di difendere i propri territori attaccati,
queste ultime attuarono da subito la mobilitazione totale delle proprie
risorse, riuscendo in tempi relativamente brevi ad assorbire l'impeto
dell'attacco nazista, passando successivamente all'offensiva. Questa
superiore capacità di organizzazione, di coordinare e dirigere
ad un unico fine l'insieme della politica estera, della politica economica,
della politica della ricerca scientifica e tecnologica influì
sull'esito finale del conflitto almeno quanto le battaglie più
importanti: il succeso del " progetto Manhattan " (l'ideazione
e la realizzazione della bomba atomica americana) rappresenta l'esempio
più conosciuto.
SANDRO PERINI
Ronchi dei Legionari
Rinnovato il consiglio direttivo
Aned
La Sezione A.N.E.D. di Ronchi dei legionari ha rinnovato, durante
l'assemblea dell'8 gennaio 1983, il Consiglio direttivo.
Risultano eletti all'unanimità:
Presidente: Gregorin Aldo.
Vice presidente: Tardivo Mario (Consigliere nazionale).
Segreteria: Cecchini Rino, Tardivo Giacomo.
Cassiere: Zorzin Giuseppe.
Consiglieri: Bait Marcello, Candotto Mario, Toffolo Marcello.
Revisori: Marcuzzi Tarcisio, Pizzin Luigi, Sverco Mario.
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