1° giorno Italia - Tripoli
Arrivo a Tripoli con volo di linea dall’Italia. Assistenza in aeroporto, disbrigo delle formalità doganali. Trasferimento e sistemazione in Hotel. Cena al ristorante, pernottamento all’ Hotel.
2° giorno Tripoli – Nalut - Gadhames (750 km)
Colazione e trasferimento per Nalut e Ghadames, la perla del Sahara. Pranzo durante il tragitto. Arrivo a Ghadames in serata. Sistemazione e pernottamento in un albergo di categoria turistica . Cena in un ristorante tipico locale.
3° giorno Ghadames – citta vecchia
Colazione e visita della Ghadames vecchia, patrimonio dell’UNESCO, e del suo museo. Pranzo tipico in una casa della città vecchia, nell’ambientazione caratteristica delle antiche dimore berbere. Cena al ristorante e pernottamento in un albergo di categoria turistica.
4° giorno Ghadames. festival
Colazione,una giornata dedicata per i touareg, spettacoli , danze e mercatini . Nel pomeriggio partenza in fuoristrada per un’escursione sulle dune dove si vede la corsa dei cammelli e si ammirerà uno splendido tramonto sul deserto e si parteciperà alla cerimonia del the. Ritorno a Ghadames, cena al ristorante e pernottamento in un albergo di categoria turistica.
5°giorno Ghadames – Ghariat – Sebha ( 850 km)
Colazione e partenza per Sebha. Sosta di pranzo a Ghariat. Arrivo a Sebha in serata, cena e pernottamento all’Hotel.
6° giorno Sebha – Al Aywanat - Aoiss (470 km )
Colazione in hotel. Antica oasi che sorgeva lungo le carovaniere che univano il Mediterraneo romano all’Africa Nera, Sebha è oggi una cittadina di circa 100.000 abitanti, capoluogo del Fezzan, situata in un vasto reg dominato verso sud da alcune “gara” (rilievi tabulari), una delle quali è coronata dall’antico forte possente e turrito. Partenza verso l’erg di Awbari con i veicoli fuoristrada lungo la valle dell’Uadi El Agial, grande fiume fossile che prendeva origine ad ovest dai rilievi tassiliani e scorreva in direzione est sino a sfociare in un grande mare interno cui oggi corrispondono i catini di un centinaio di oasi, tra cui, appunto, Sebha. Il fondovalle è verdeggiante, punteggiato ininterrottamente da palme e ripartito in coltivazioni rigogliose. Sempre in direzione ovest si continua inoltrandosi nello spazio infinito del reg Taita, fino a raggiungere la cittadina di Sardeles – Al Aywanat, da dove, lasciando l’asfalto, si procede in direzione sud verso la regione di Aoiss, propaggine settentrionale del massiccio montuoso dell’Akakus, un’apoteosi di luci, forme, colori e contrasti, nel cuore di un mondo minerale insolito e inaspettato. Cena e pernottamento in campo mobile.
7° giorno L’Akakus
Colazione al campo. Questo massiccio orientato nord-sud, lungo circa un centinaio di chilometri, è geologicamente il secondo "tassili", nel senso che le sue poderose stratificazioni siluriane e devoniane appoggiano sopra quelle del Tassili n'Ajjer da cui è separato dalla valle dell'oued Tanezzouf. Il Tadrart Akakus presenta dalla parte occidentale una scarpata verticale con un dislivello di circa 600 metri, mentre ad est verso la conca di Uan Kaza scende con un piano inclinato fino a perdersi sotto le sabbie: è da questo versante che con i veicoli è possibile penetrare seguendo le valli, tra labirinti di arenarie frastagliate dalle forme così strane da stimolare l'immaginazione. Si scende nel caos idrografico dei differenti uadi della regione del Tadrart, dove si trovano numerose stazioni rupestri: bovidi incisi, gruppi pastorali, affreschi a "testa rotonda", giraffe. Le ultime fiumane del quaternario hanno eroso alla base le pareti rocciose creando cavità e ripari che furono poi utilizzati come abitazioni dai pastori del neolitico che li decorarono con pitture e graffiti, oggi testimonianze delle condizioni climatiche del luogo, tremendamente lontane dall'aridità attuale. E’ quella che Fabrizio Mori, paleoetnografo italiano, definisce la civiltà di Uan Amil, dal nome del ricovero decorato con stupende rappresentazioni delle fasi della vita di questi popoli di pastori guerrieri. La precisione dei dettagli e la capacità di organizzazione scenica sono veramente eccezionali: da una parte due gruppi di guerrieri si affrontano in battaglia, dall'altra una scena di vita quotidiana con personaggi dalla caratteristica acconciatura a cimiero, l'offerta di una donna, probabilmente per un matrimonio di pace tra due popoli ed infine l'incontro ed il colloquio tra due notabili che si scambiano doni e che sono rappresentati con tale finezza di tratto e dovizia di particolari da essere considerati uno dei maggiori esempi dell'arte parietale preistorica. Pranzo a pic-nic, colazione, cena e pernottamento in campo mobile
8° 9° giorno Akakus – Uan Kaza – Idhan Murzuq – Wadi Mathendush - Germa Lasciamo lentamente il paesaggio dell'Akakus, per raggiungere le dune dell’erg di Uan Kaza e seguire quindi la falesia che in questo tratto è chiamata dai Tuareg “Messak Mellet”, cioè la bianca, probabilmente perché più insabbiata / al di là ecco le grandi dune dell'erg di Murzuq, un mondo impenetrabile dal sottile fascino dell’ignoto / l'uadi Bergiug (nella lingua tamashek denominato Aberho) scorre con direzione ovest-est prendendo origine dal bordo occidentale della falesia di Messak Setaffet per terminare nella conca di Murzuk dove la sua falda acquifera dà origine ad un rosario di oasi / nel suo corso mediano è incassato in un canyon scavato dalle acque nel tavolato dell'altopiano: sulle pareti e sui massi della valle si possono scoprire ed ammirare innumerevoli incisioni di fattura accurata: una notevolissima varietà iconografica che fa emergere dalla roccia un mondo scomparso, quello dei cacciatori e della grande fauna africana che un tempo, ottomila anni fa, percorreva le vaste praterie verdi di questa regione / l'uadi, come spesso accade presso i Tuareg, assume diverse denominazioni nei vari tratti (Mathendus, In Galghien, El Aurer, In Abeter) / con i veicoli si raggiunge il fiume in alcuni punti-chiave da dove poi occorre continuare a piedi per scoprire i tesori artistici della valle, veri capolavori di rappresentazione naturalistica: bufali dalle corna a tenaglia oppure a lira; giraffe slanciate, a gruppi o isolate, talora nell'atto di cadere nella trappola tesa loro dai cacciatori; elefanti; rinoceronti; ippopotami; il grande coccodrillo con il suo piccolo, soggetto questo estremamente raro nell'arte rupestre sahariana, testimonianza sicura della abbondanza d'acqua perenne che in epoca preistorica scorreva nella valle / la maggiore concentrazione di incisioni si trova sulle sponde dell'uadi Mathendus su cui domina la rappresentazione dei Gatti Mammoni (così soprannominati da Frobenius, l'etnologo tedesco che per primo li scoprì): esseri soprannaturali e bizzarri, fantastici ibridi tra scimmia e leone, che sembrano quasi sorvegliare l'imboccatura del fiume / straordinaria è anche la presenza nei graffiti di esseri umani ora rappresentati nell'atto vero e proprio della caccia con l'arco teso e pronti a tirare la lancia, ora disegnati con maschere, quasi personaggi celesti o probabili divinità della caccia che era necessario propiziarsi con riti arcani / l'esplorazione di questi fiumi fossili occuperà la nostra attenzione e solleciterà la nostra curiosità rendendo questo uno dei momenti più entusiasmanti ed importanti del viaggio / ai piedi della nera falesia dell'Hammadet di Murzuk giace il sito dell'antica Germa, la capitale dei Garamanti, popolazione berbera citata da Erodoto, insediata in tutto il Sahara protostorico / al di sotto di un vasta kasbah si stende un immenso campo di rovine di epoche diverse / gli scavi archeologici hanno portato alla luce l'impianto di alcuni edifici di epoca romana costruiti con grandi pietre squadrate, mentre tutta la regione attorno è in pratica una vastissima necropoli / campi.
10° giorno. I laghi e le dune dell’erg di Awbari-Sebha-Tripoli
Colazione al campo fisso di Germa. L’attacco alle sabbie dell'erg di Awbari, vasto insieme di dune ondulate tra cui si aprono imbuti vertiginosi, è spettacolare, da mozzare il fiato. Questa regione era abitata dai Dawadà, popolazione nera islamizzata che viveva qui isolata dal resto del mondo sfruttando la pesca di alcuni crostacei microscopici (artemia salina) che tuttora pullulano nelle acque e che, seccati al sole in pani, costituivano la base della loro alimentazione. Si giunge a un tratto, percorrendo corridoi tra dune dalle forme sinuose e dalle sfumature cangianti, a Mandara, l'ultimo villaggio dawadà, con un grande bacino d'acqua in parte prosciugato: i colori biancastro e viola-rosato dovuti all'enorme concentrazione di sali (il natron o carbonato di sodio) contrastano piacevolmente con il verde delle palme e dei papiri, mentre fanno da sfondo le sabbie giallo-oro. Il gran finale è rappresentato dal lago Umm el-Ma, degno coronamento della visita di questa splendida regione. Nel pomeriggio trasferimento a Sebha e di partenza con volo interno per Tripoli. Trasferimento e sistemazione in Hotel.Cena al ristorante e pernottamento.
11° giorno Tripoli – Sabratha - Tripoli
Dopo la colazione in hotel, partenza per Sabratha e visita della città, fenicia e poi romana, con il suo monumentale teatro e un importante museo. Nel tardo pomeriggio, al termine della visita, ritorno in hotel. Cena al ristorante e pernottamento all’Hotel.
12° giorno Tripoli – Leptis Magna - Tripoli
Colazione, trasferimento Tripoli – Leptis Magna (visita dell’antica città romana con i suoi imponenti resti, teatro, museo), pranzo al ristorante e continuazione della visita. Ritorno a Tripoli nel pomeriggio. Cena al ristorante e pernottamento all’Hotel.
13° giorno Tripoli - rientro in Italia
Colazione, trasferimento all’aeroporto in tempo per l’imbarco sul volo di ritorno per l’Italia.
LA QUOTA COMPRENDE:
LA QUOTA NON COMPRENDE:
Per informazioni annaluisa.rotolo@gmail.com tel 339 5828907 dopo h.14