PER SAPERNE DI PIU'

 

QUANDO IL CERVELLO NON LAVORA PIU'

Nelle persone colpite da gravi e irreversibili lesioni celebrali, si verifica una totale e definitiva perdita delle funzioni del cervello. Questa condizione, inequivocabile accertata con controlli clinici e strumentali, è definita morte celebrale. Anche per la legge 593 del 28/12 /1993 questa situazione s'identifica con la morte. La diagnosi è certa quando coesistono i seguenti sintomi: stato d'incoscienza persistente in assenza di farmaci sedativi; assenza di riflessi e di reazioni a stimoli dolorifici; assenza di respiro spontaneo; assenza d'attività elettrica celebrale (silenzio elettrico).

CHI CONTROLLA QUANDO IL CERVELLO NON LAVORA PIU'

Lo stato di morte celebrale è riconosciuto da un medico rianimatore e accertato da un collegio composto da un medico legale, un anestesista rianimatore, e da un neurologo. Insieme verificano e certificano il perdurare delle condizioni che hanno definito la morte per un periodo d'osservazione non inferiore alle sei ore. In alcuni casi, previsti dalla legge, un magistrato verifica l'operato della commissione ed autorizza l'effettuazione del prelievo.

LA RICHIESTA E L'ASSENSO DI DONAZIONE

Migliaia di persone sono in attesa di un trapianto che può salvare loro la vita. Attualmente è il personale medico del reparto di rianimazione che informa i familiari delle possibilità di un prelievo d'organi. Questa è stata definita "la domanda più difficile da porre al momento peggiore, alla più infelice delle famiglie". La capacità dei medici di informare ed una maggiore consapevolezza degli scopi di un trapianto, possono consentire una decisione più serena e trasformare un momento veramente difficile in un atto di grande solidarietà. Con la legge approvata il 31 marzo '99, ogni cittadino maggiorenne sarà chiamato a dare il consenso all'utilizzo dei propri organi a scopo di trapianto. Nel caso dei minori la decisione spetta a che esercita la tutela di legge (genitori, tutori). Il silenzio sarà considerato assenso solo se informato attraverso una comunicazione personale certa e documentata.

L'ASPETTO RELIGIOSO

È importante sapere qual è la posizione della Chiesa cattolica in merito alla donazione di organi. Ebbene non solo è favorevole ma la considera una estensione dei principi teologici della creazione, della giustizia e dell'amore. Il Nuovo Catechismo Cattolico (sett. 1997, 2301) così cita al proposito: "Il dono gratuito degli organi dopo la morte è legittimo e può essere meritorio". Anche altre religioni permettono la donazione di organi. Luciano Caro di Ferrara afferma infatti che " la vita è un dono di Dio e in quanto tale ognuno di noi ha il dovere di preservarla e conservarla nel migliore dei modi e il più a lungo possibile. Ne consegue che ognuno di noi non è padrone assoluto del proprio corpo. Di fronte alla necessità di salvare una vita umana, qualsiasi vita umana, tutti i divieti religiosi diventano secondari.

CHE COS'E' UN TRAPIANTO D'ORGANO

Un trapianto d'organo è la sostituzione di un organo irreversibilmente ammalato e non più funzionante con uno sano. Il prelievo di uno o più organi può essere eseguito su soggetti che, in seguito ad un grave trauma cranico o ad una grave malattia cerebrale, muoiono nella rianimazione di un ospedale. L'accertamento della morte e la verifica dell'assenso documentato del paziente o del suo silenzio alla documentata domanda di opzione sono le condizioni indispensabili per poter effettuare un prelievo d'organo.

IL TRAPIANTATO D'ORGANO PUO' GUARIRE

Ogni anno in Italia migliaia di persone sono colpite da gravi malattie ad organi vitali. Per molte di loro il trapianto d'organo rappresenta l'unica vera cura disponibile: in particolare per i pazienti con gravi malattie di cuore, fegato, polmone e pancreas, quando la terapia farmacologica non assicura più neppure la sopravvivenza; per i pazienti con grave insufficienza renale, per interrompere il trattamento di dialisi che deve essere effettuato per tutta la vita. Grazie all'esperienza acquisita negli ultimi anni, il trapianto consente una qualità di vita che nessun altro trattamento può garantire.

QUALI ORGANI SI POSSONO TRAPIANTARE

Gli organi prelevati al donatore, vengono assegnati a pazienti in lista d'attesa in base a criteri clinici e compatibilità biologiche. Possono essere trapiantati organi vitali come il rene, il cuore, il fegato, il polmone, il pancreas, e tessuti quali cornee, e segmenti di osso e segmenti vascolari. Il trapianto di rene da oltre vent'anni è il miglior trattamento possibile per il paziente affetto da insufficienza renale cronica: consente di smettere la dialisi e di far scomparire completamente i disturbi clinici legati alla malattia renale. In oltre la metà dei pazienti il rene trapianto mantiene la sua funzionalità a distanza di quindici anni dall'intervento. Se il trapianto non riesce il paziente ritorna in dialisi e in molti casi può essere nuovamente trapiantato. Il trapianto di cuore è indicato nei pazienti affetti da grave insufficienza cardiaca che non rispondono più al trattamento medico. Senza trapianto di questi pazienti hanno un'aspettativa di vita che va da sei a dodici mesi. Il trapianto ha successo nella grande maggioranza dei casi. Il trapianto di fegato viene effettuato nei casi di insufficienza epatica nello stadio terminale, malformazioni congenite, epatite acuta ed alcuni tipi di carcinoma. I risultati clinici sono ottimali: in oltre il 70% dei pazienti l'organo di trapianto funziona a tre anni di distanza dall'intervento. Il trapianto di polmone, singolo e bilaterale, è effettuato in Italia dal 1990. In prospettiva costituirà il trattamento più indicato per i pazienti affetti da gravi patologie polmonari. Il trapianto di pancreas e di isole pancreatiche è praticato dagli anni ottanta. Questo trattamento è indicato in associazione al trapianto renale per un selezionato gruppo di pazienti diabetici con particolari complicanze.

L'UTILIZZO DEI TESSUTI

Il tessuto più utilizzato nei trapianti è la cornea; essendo priva di vasi sanguigni, può essere prelevata anche a distanza di alcune ore dal decesso del donatore e conservata a lungo, permettendo così una programmazione mirata degli interventi. L'innesto della cornea non presenta difficoltà particolari e raggiunge risultati ottimali nella maggioranza dei casi. Alti tessuti come segmenti di osso e segmenti vascolari vengono utilizzati per l'innesto e i trapianti e possono essere prelevati a distanza di alcune ore dalla morte del donatore.

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