la memoria | le trame nere |
Una cesura generazionale nella trasmissione della memoria, le storiche inadempienze della scuola e una informazione cartacea e televisiva spesso superficiale e distratta hanno concorso a costruire tra i giovani una memoria carente, confusa e distorta delle stragi che hanno funestato gli ultimi decenni della storia della Repubblica. Questi in sintesi i risultati del sondaggio "Il ricordo delle stragi impunite fra gli studenti delle scuole superiori", condotto tra il 17 e il 28 gennaio su un campione di 1000 studenti del triennio appartenenti a 10 Istituti e ripartiti secondo un criterio rispecchiante la composizione dell'intera popolazione scolastica delle superiori milanesi (44.0 % Licei, 26.9 % Istituti Tecnici e Tecnici Industriali, 29.1 Istituti Magistrali e Professionali). La ricerca, ideata da Luigi Borgomaneri e promossa dall'ISEC, è stata realizzata grazie alla disponibilità dell'Istituto CIRM-Market Research e, in particolare, all'impegno civile (oltre che professionale) del suo condirettore, Dr. Luigi Tua, e del Dr. Davide Arduini, mentre la fattiva disponibilità del Provveditorato, nella persona del prof. Giorgio Calzamiglia, dei presidi e degli insegnanti coinvolti, ha consentito in tempi eccezionalmente brevi la somministrazione dei questionari all'interno delle scuole. La ricerca ha rappresentato il momento della raccolta di elementi conoscitivi al fine di approntare, in collaborazione con i docenti interessati, metodologie, strumenti e materiali di intervento didattici per la divulgazione e l'approfondimento di quegli avvenimenti, del contesto storico in cui si svilupparono e delle vicende giudiziarie che ne seguirono. Obiettivi del sondaggio sono quindi stati, da una lato, la verifica dei livelli delle conoscenze e della memoria storica degli studenti, e l'individuazione dei canali di informazione e di trasmissione della memoria, dall'altro la rilevazione del grado di interesse e di disponibilità verso i temi proposti cercando, al contempo, di scoprire verso quali figure, istituzionali e non, si indirizza la fiducia degli studenti e, per conseguenza, da chi vorrebbero essere informati. Il Sondaggio è stato condotto nei seguenti Istituti:
In che misura i giovani si sentono informati Si ritiene
informato solo poco meno del 22% (molto + abbastanza). Che cosa ricordano e conoscono Discreto
è il livello del ricordo, ma decisamente bassa la capacità
di collocazione temporale di questi eventi: le domande erano riferite
in particolare a P.zza Fontana, Ustica, Strage di Bologna, P.zza della
Loggia, Italicus. Da chi i ragazzi sono stati informati La televisione
è stata la principale fonte di informazione per i giovani studenti
milanesi (84.3%), seguita dai giornali (46.6), dalle famiglie (45.6). A chi vengono attribuite le responsabilità delle stragi Stupefacente
il fatto che ben il 43% degli studenti attribuisca la responsabilità
di queste stragi alle Brigate rosse (con una punta del 55% tra coloro
che si ritengono bene informati).
Informazione sui processi Molto bassa (al di sotto del 14%) la conoscenza e l'informazione sui processi relativi alle stragi e sulle sentenze conclusive (quando ci sono state). Hai mai sentito la locuzione "strage di Stato" e se sì cosa significa secondo te? A questa
domanda il 76% ha risposto di avere sentito la locuzione "strage di Stato".
Potendo poi scegliere tra cinque diverse risposte, il 23% ammette candidamente
"non so proprio cosa significhi". L'interesse ad essere informati A fronte
di un livello di conoscenze piuttosto basso, alto si rivela invece il
grado di interesse a ricevere maggiori informazioni su questi avvenimenti
(circa il 79.4% è "molto" o "abbastanza interessato") e proprio
dalla scuola (attualmente carente su questo piano, come si è visto)
gli intervistati si attendono un aumento della capacità informativa. Credibilità degli interlocutori Altissimo
poi (circa l'80%) l'interesse a conferenze e dibattiti da svolgersi in
orario scolastico con l'intervento di esperti esterni. A trattare però
questi temi si vorrebbero soprattutto personaggi tendenzialmente neutrali,
con un approccio scientifico (come gli storici, individuati dal 54.4%
come gli interlocutori più credibili), e soprattutto personaggi
poco implicati nella politica.
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