Da: Sandro Antoniazzi
Inviato: martedì 20 gennaio 2009 16.04
A: battito@gmail.com; da_ori@yahoo.it; fioregi@tiscali.it; Franca e Luigi Lurati-Bulgheroni (frabulghe@gmail.com); gassiboni@tiscali.it; Laura Ragaini (ragaini@tiscali.it); limido@dolmenconsulenza.it; Osnaghi Maria Grazia (maria.grazia.osnaghi@gmail.com); Silvana Migliorati (miglioratis@libero.it)
Oggetto: considerazioni sull' ultimo incontro

Care amiche e cari amici del Circolo della Vita,

 

 

                                      Volevo esprimervi qualche mia rapida considerazione relativamente all’ ultimo nostro incontro.

 

                                      Il libro era  interessante, i temi molti, ne abbiamo toccati diversi in base alle varie sensibilità.

 

                                      Penso sinceramente che dovremmo andare più a fondo. Si possono trarre dalla lettura ciò che ci è più affine oppure trovare motivi e stimoli  per approfondimenti che ci interessano.

 

                                      A me sembra che uno scopo importante di queste letture sia anche chiarire il modo di affrontare la religione da parte di altre culture, particolarmente quella orientale.

                                      L’ importante è a mio parere capire, cogliere le differenze, evidenziare le questioni. Dopo ognuno è libero di scegliere e di fare le proprie valutazioni, di essere più o meno d’accordo.

 

                                      In altre parole se si prende lo Jager  come un invito a rivolgersi alla mistica e  a tener conto della corporeità, non sorgono particolari problemi.

                                      Ma se si prende lo Jager nel suo insieme come una visione religiosa complessiva,  appare evidente la sua distanza  alternativa al cristianesimo. Cito pertanto dei  punti, che mi piacerebbe discutere:

-          la visione di Dio mi sembra  panteista: non vi è traccia di un Dio personale;

-          Gesù Cristo è solo un esemplare più perfetto di uomo spirituale.

Ora se si rinuncia a credere nell’ Incarnazione, in un  Dio che si incarna e diventa uomo per consentire agli uomini di potere elevarsi al divino (non per forza propria, ma grazie a Cristo), il cristianesimo scompare.

-          nel cristianesimo è poi fondamentale l’idea di persona,che non è un “centro operativo”, ma è appunto unità indissolubile

di corpo-mente-spirito, che rimane anche dopo la morte ( la quale  riguarda solo la nostra corporeità ).

-          da ultimo (fra le tante cose che si potrebbero ancora dire) vorrei anche sottolineare che la mistica è sicuramente una

ottima via spirituale. Non è l’unica, non è la principale, non lo è per il cristianesimo.

Ciò che è richiesto al cristiano è una vita spirituale basata sul principio evangelico “ Ama il Signore Dio tuo e il prossimo

            tuo come te stesso”, il che vuol dire vivere spiritualmente la nostra vita quotidiana quella della famiglia, del lavoro,ecc…

 

Probabilmente questi temi emergeranno nei prossimi incontri su Pannikar e su La Valle, ma volevo segnalarli come temi su cui comunque ritornare, magari alla fine (insieme ad altri, naturalmente: io ho detto quelli che interessano a me).

 

Vi mando un caro saluto.

 

Sandro Antoniazzi