Educarci ed educare alla Fede

Torino, 27 Gennaio 2008
 

Abitare la terra 

INTRODUZIONE

Benvenuti a tutti, in modo particolare a quanti sono qui per la prima volta.

Questi incontri rappresentano un’occasione preziosa per condividere in semplicità la nostra vita, approfondire argomenti, pregare e riflettere insieme, realizzare uno scambio tra generazioni.

E’ anche la prima volta che sperimentiamo la modalità dell’incontro di una giornata, sia per cogliere i bisogni di alcune famiglie con i figli impegnati al sabato pomeriggio, sia per ridurre i costi del week end.

E veniamo all’argomento della giornata.

In continuità con i due momenti precedenti sull’educazione e sulla relazione educativa, si colloca  l’appuntamento di oggi, sull’educarci e l’educare alla fede.

Fin dall’inizio, questo nostro trovarci, ha come obiettivo il vivificare il nostro cammino di fede.

Questo cammino incontra le sfide del tempo presente, del contesto sociale e culturale, del clima e degli spazi ecclesiali, del procedere della vita (c’è un credere da bambini, da giovani, da adulti e da anziani): Gesù a Pietro “Quand’eri giovane, ti mettevi da solo la cintura e andavi dove volevi; ma io ti assicuro che quando sarai vecchio, tu stenderai le braccia , e un altro ti legherà la cintura e ti porterà dove tu non vuoi” Gv  21,18.

Come cristiani, nessuno è esente dall’ambiguità che bene fotografa E.Bianchi: “ambiguità di essere cristiani senza doverlo diventare, di essere praticanti senza vivere veramente un cammino di fede personale. La coincidenza tra fede e società non esiste più, e la nuova situazione dei cristiani è una possibilità per manifestare che la loro fede è vissuta nella libertà e per amore. La libertà e l’amore sono infatti le condizioni della fede cristiana. Non sono più un caso o la necessità.”

La prima sfida è dunque l’educarci: la fedeltà alle scelte fatte richiedono di essere ridette oggi, non bastano una volta per tutte. Fedeli si diventa, credenti si diventa.

Il desiderio profondo di essere ancora destinatari del messaggio del Vangelo: la domanda di Gesù “chi sono io per voi” è sempre attuale e ci interpella ancora 

Dall’educarci all’educare: ognuno di noi, ogni persona che ha fatto un cammino di fede, ha conosciuto un testimone di speranza, qualcuno che in un momento particolare della vita, ci ha accompagnato all’incontro con Gesù e nella comunità cristiana.

I nostri figli, e più in generale le persone che incontriamo nei diversi ambiti della vita, ci interpellano a rendere conto della nostra fede: e anche ad essere più propositivi.

“La vita cristiana porta in sé un messaggio di umanizzazione. La spiritualità cristiana è un’arte di vivere umanamente. Se gli uomini percepiscono che i cristiani hanno una vita buona e vera: si porranno il problema del fondamento di questa vita, e l’annuncio di Gesù Cristo diventerà quasi naturale; si farà nel dialogo senza imporsi.

Nel preparare questo incontro nel consiglio direttivo, ci siamo anche comunicati i dubbi, le mancanze, le contraddizioni che la vita e la realtà ci pongono a cui non sempre siamo in grado di rispondere;

 in sintesi:

-         fede a intermittenza, scarsa disciplina nella pratica dei sacramenti,

-         le nostre povertà e vulnerabilità,

-         gli interrogativi radicali sulla sofferenza e sulla morte…..

-         l’incredulità e i dubbi della fede

-         fede-vita sbilanciamento sulla vita (età della responsabilità), con il rischio di una fede che si dissolve nella vita

Abbiamo più che mai necessità di focalizzare il cammino che abbiamo davanti, l’auspicio è che questa giornata ci aiuti  in questa direzione.

Buon lavoro a tutti

Gbeppe

 
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