La continuità di un impegno

di Gianfranco Maris, presidente dell'Aned
"... Triangolo rosso manterrà la sua identità di giornale vivo, attento, appassionato."

Il 1° marzo 1993 il compagno Dario Venegoni, assumendo la direzione del nostro giornale, in sostituzione di Abele Saba (segretario generale dell'Aned dal 1962, partigiano, deportato, giornalista dell' "Unità" negli anni del giornalismo militante), pur riconoscendo che qualcosa sarebbe mutato, se non altro perché egli apparteneva ad "un'altra generazione", prospettava il suo impegno, nel segno della continuità, per un "foglio aperto, unitario, tollerante, ma non per questo meno rigoroso e combattivo, utile alla documentazione storica, sede di un dibattito senza pregiudizi".
Il 1° giugno 1999 il compagno Dario Venegoni, non disponendo più di tempo libero da dedicare al Triangolo Rosso a causa dei suoi nuoni impegni professionali e non potendo l'Aned offrirgli di dedicarsi a tempo pieno all'Associazione su basi professionali, si è congedato da noi con un arrivederci accorato, che contiene anche tutto il nostro rammarico.

Nel momento dei congedi e delle sostituzioni l'Aned rinnova al compagno Dario Venegoni non solo l'espressione di questo rammarico, ma anche il plauso ed il ringraziamento per tutto ciò che egli ha fatto, con dedizione ed intelligenza, in tutti questi anni, per realizzare, nella continuità, quel foglio che prospettava nel momento in cui prendeva in mano il testimone lasciato da Abele Saba.
A tutti i lettori assicuriamo che Triangolo Rosso manterrà la sua identità di giornale vivo, attento, appassionato.
Il presidente dell'Aned ne assume la direzione in prima persona, avendo ricevuto l'adesione entusiasta a fare parte del comitato di redazione - accanto a Bruno Vasari, Dario Segre, Bianca Paganini, Italo Tibaldi e Miuccia Gigante, tutti membri dell'ufficio di presidenza -di un gruppo di giornalisti che si collocano, come fu Abele Saba, nella tradizione del migliore giornalismo antifascista: Ibio Paolucci, Ennio Elena, Giorgio Banali, Pietro Ramella, Franco Giannantoni e Bruno Enriotti.

Sono giornalisti conosciuti e di antica militanza che hanno fatto parte per decine di anni della redazione dell' "Unità", come Paolucci, Elena, Banali ed Enriotti o de "Il Giorno", come Giannantoni e che hanno una conoscenza profonda dei fatti della Resistenza, di cui hanno anche scritto. Ramella e Giannantoni sono stati impegnati anche nella ricerca storica.

Di loro non voglio dire altro, perché nessuno dei lettori diTriangolo Rosso, che ricordi i tempi del grande giornalismo antifascista, può non ricordare i loro nomi.
Ho scritto proprio "giornalismo antifascista", perché ad esso voglio riferirmi, non per prospettare strumentalizzazioni o manipolazioni giornalistiche dell'informazione o della ricerca storica, ma per sottolineare la passione che il nuovo comitato di redazione porterà nel nostro foglio, di cui soprattutto voglio che continui a far sentire ai lettori la grande passione politica.

Triangolo Rosso continuerà ad essere il giornale del pensiero e dei sentimenti degli ex deportati politici, delle donne e degli uomini che sono stati ragazzi con la Resistenza, che hanno lottato in questi 50 anni per dare un futuro alla memoria e che oggi sono più che maturi per lanciare all'Europa del prossimo secolo messaggi che siano ben di più di una testimonianza di tolleranza, che aprano alle generazioni del futuro prospettive di traguardi raggiungibili di una nuova società.

 

 

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