Dieci anni di vita e di attività della Fondazione Ferramonti

A Cosenza e a Tarsia l'annuale meeting "Storia-memoria-identità", con il patrocinio del Presidente della Repubblica. La necessità di salvaguardare la zona del campo dall'abusivismo edilizio. Denunciata la "distratta superficialità" della Regione Calabria.

Nei giorni 24 e 25 aprile 1998 si é svolto a Cosenza e a Tarsia il decimo meeting "Storia-Memoria-Identitá", che ha goduto quest'anno dell'Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica. Al centro del dibattito sono stati i "Dieci anni di esperienza della Fondazione Ferramonti". Ricorre infatti quest'anno il 10° anniversario di vita e di attività di questa istituzione. Il campo di concentramento fascista di Ferramonti-Tarsia durante la seconda guerra mondiale fu il più grande luogo d'internamento per gli ebrei stranieri Nel campo hanno inoltre vissuto e sofferto centinaia di deportati politici, soprattutto greci e jugoslavi. Con le numerose iniziative di questi dieci anni (oltre alle 10 edizioni del meeting "Storia-Memoria-Identità", si ricorda l'importante convegno internazionale promosso nel settembre del 1993 in occasione del 50° anniversario della liberazione del campo) la Fondazione ha contribuito non poco a favorire il dibattito sulle tematiche, per molto tempo trascurate, dell'internamento civile e dell'antisemitismo italiani e ne ha stimolato l'interesse in tanti giovani studiosi. Le manifestazioni del 10° meeting si sono aperte nel pomeriggio di venerdì 24 aprile a Cosenza, dove con una cerimonia una via della città é stata intitolata agli internati di Ferramonti. In serata, il Teatro "Rendano" ha ospitato un "Concerto per Ferramonti" eseguito dall'Orchestra "Philharmonica Mediterranea" diretta dal maestro Piero Bellugi. In un clima ricco di emozioni, il pubblico in sala ha applaudito l'esecuzione di musiche di Schoenberg, Beethoven e di un pezzo inedito di Riccardo Luciani espressamente dedicato alla vicenda di Ferramonti. Nella giornata di sabato 25 aprile il meeting si é spostato a Tarsia, dove nei locali del palazzo municipale si é svolto un incontro che si è voluto intitolare "La gente si meraviglia...", da una frase tratta da un libro di Carlo Spartaco Capogreco scritto a proposito di un altro campo di internamento italiano, Renicci di Anghiari (Arezzo), tuttora sconosciuto agli abitanti del posto e all'opinione pubblica in generale. Il sociologo Paolo Jedlowski, coordinatore dell'incontro, ha preso spunto da questa frase per spiegare come il problema della trasmissione di una memoria non riguarda soltanto la conoscenza ma anche la sua qualità. Le cose che diventano di senso comune finiscono infatti molto spesso per essere ovvie, fuori discussione: non ci si pensa più. "La realtà di Ferramonti, come quella degli altri luoghi di internamento italiani - ha detto Jedlowski - deve essere conosciuta, ma deve anche poter meravigliare (non deve cioè essere ovvia), solo così é possibile che i valori di quell'esperienza siano trasmessi alle generazioni future". Sul tema della conservazione e della trasmissione della memoria si è soffermato Claudio Pavone, che ha affrontato il problema da due punti di vista. Da un lato ha spiegato come la memoria della seconda guerra mondiale stia diventando sempre più un fatto storiografico, venendo a mancare quel necessario intreccio tra ricerca storica e memoria diretta dei testimoni a causa della progressiva scomparsa di questi ultimi. Dall'altro lato, ha affrontato il problema dal punto di vista istituzionale e legislativo, ribadendo la necessità di leggi apposite che riconoscano e sostengano iniziative come quella della Fondazione Ferramonti, poste anzitutto a salvaguardia dei "luoghi della memoria". Un profilo puntuale del momento storico in cui é nata la "Ferramonti" é stato tracciato da Alberto Cavaglion. "Quando la Fondazione é stata 'pensata' e creata, e cioè sul finire degli anni ottanta, in Italia la deportazione e l'internamento non erano ancora al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica e soprattutto degli specialisti. In questo contesto - ha spiegato Cavaglion- portare avanti l'idea di questa Fondazione é stato certamente molto difficile ed ammirevole". L'importanza del lavoro di ricerca storica e di promozione socio-culturale svolto dalla Fondazione Ferramonti in questi anni é stata ribadita da Simonetta Carolini, che ha fornito anche, nel suo intervento, un quadro generale del fenomeno dell'internamento italiano. All'incontro erano presenti il sindaco di Tarsia, Francesco Panebianco, il presidente della Provincia di Cosenza, Antonio Acri e il presidente del consiglio regionale Giuseppe Scopelliti, che si é formalmente impegnato a sostenere l'approvazione di una legge regionale di riconoscimento e di sostegno alla Fondazione, denunciando al contempo l'abusivismo edilizio che si é sviluppato nel luogo dove sorgeva il campo di concentramento. " E' necessario salvaguardare quella zona - ha detto Scopelliti. La Fondazione Ferramonti sta riuscendo a rendere vivo questo luogo della memoria e a proiettarlo apertamente verso scopi didattici.(... ) Qui si intreccia il filone della ricerca storica e della tutela della memoria con quello dell'impegno sociale, culturale ed etico". Il presidente della Fondazione Capogreco ha spiegato come i motivi di soddisfazione per il percorso compiuto in questi dieci anni non possono tuttavia nascondere le tante amarezze e le gravi difficoltà economiche che la Fondazione deve quotidianamente affrontare per svolgere la sua attività. Nel corso del dibattito e nei numerosi messaggi giunti da varie parti del mondo (si ricordano la Fondazione "Anna Frank" di Amsterdam; il Cdec di Milano; i Civici Musei di Storia e Arte di Trieste; l'Associazione degli Ebrei di origine italiana in Israele; la Fondazione Fossoli; il Museo Storico di via Tasso; la Società per la ricerca sull'esilio di Berlino; I' Istituto "Leo Baeck" di Londra; I' Unione delle Comunità Ebraiche italiane, ecc.) é stato ricordato in modo particolare il grave atto distruttivo che ha recentemente subito l'ex campo di concentramento di Ferramonti. Il 22 febbraio scorso é stata infatti distrutta una delle ultime costruzioni in muratura ancora esistenti. Il responsabile di questo fatto é stato denunciato agli organi competenti; quello che però preoccupa di più (e che il triste episodio é servito, se non altro, a mettere drammaticamente in luce), é l'incredibile distratta superficialità con cui il governo regionale calabrese ha affrontato in questi anni un tema così importante quale quello della salvaguardia, del sito storico di Ferramonti e del concreto sostegno all'omonima Fondazione: in dieci anni di attività della stessa, la Regione Calabria non é riuscita a rendere operante una indispensabile legge di riconoscimento e sostegno alla Fondazione, che pertanto versa oggi in difficoltà tali da mettere in forse la sua stessa esistenza. Nel pomeriggio, sul luogo storico dell'ex campo di concentramento, si é svolta una manifestazione internazionale alla quale sono intervenuti alcuni ex internati e vari rappresentanti di associazioni culturali e istituzioni storiche e museali: Marcella Filippa per la Fondazione "Vera Nocentini" di Torino; Rosanna Martini per la Scuola di Pace di Boves; Luca Alessandrini per I' Istituto "Ferruccio Parri" di Bologna; Stefano Fattorini per il Museo Monumento nazionale della Risiera di San Sabba di Trieste e la Fondazione Fossoli di Carpi; Michele Tempo per l'Associazione "La Città del Sole" di Castrovillari; Antonio Giordano per il Coordinamento solidarietà e cooperazione di Salerno; Antonello Antonante per il Centro Rat di Cosenza. Per gli ex internati sono intervenuti Riccardo Schwamenthal e Floriano Hettner. Hanno concluso la serie di interventi la scultrice berlinese Ingenborg Hunzinger e l'assessore alla Cultura della Provincia di Cosenza Donatella Laudadio. Il 10° meeting della Fondazione Ferramonti si é concluso all'insegna della festa con un recital di brani della tradizione ebraica, di canzoni per la pace e di musica etnica eseguito dalla cantante Liliana Treves Alcalay e dal gruppo Angorà.

 

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