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L'intervento di Gianfranco Maris alla manifestazione di Bolzano
Mons. Daniele Longhi - Villazzano (Trento) Talvolta la memoria ci è "dono infausto"Il 28 dicembre 1944 era la data stabilita per la mia fucilazione: le SS avevano detto: "Con questa esecuzione vogliamo dare un esempio e un monito al clero di Trento e Bolzano". Il Signore ha disposto diversamente, e ha voluto che io fossi consolatore di tante famiglie Ogni volta che su "Triangolo Rosso"
leggo parole e contemplo immagini, penso e prego per quelle Vittime,
sì, tutte, e in modo particolare per Vincenzo Gigante, Risiera
S. Sabba, che accomuno ai milioni di miei condetenuti, che hanno pagato
più abbondantemente di me il prezzo della Liberazione e della
Pace. L'incontro con i sopravvissuti a Bolzano mi ha allargato il cuore,
ma mi ha reso muto; la parola non veniva su da questo mio animo angosciato,
nostalgico: mi tenevo appartato, ma da questo mio "Di Dentro" dal
profondo del cuore, uscivano gemiti repressi di preghiera, di implorazioni
al Dio della misericordia, al Cristo - la più eccelsa vittima
degli oppressori - per tutti i perseguitati che ci sono andati avanti,
per i loro familiari, per i pochi superstiti, che porto in cuore. Quante
volte, sfogliando "Triangolo Rosso" volto pagina, ripongo quella
rivista: "A domani mi dico"; quel domani, si prolunga, a volte non torna.
Questa nostra memoria ci è dunque "dono infausto ... ".
Quanti non ne ho più rivisti, a Bolzano! Quanti non si sono più
riconosciuti: il prof. Berto Perotti di Verona venuto da me a Roma,
che all'incontro di Bolzano pure c'era. Il Sen. A. Mascagni, con la
sua Nella (mia condetenuta nel block-celle), dopo quell'incontro sono
venuti a risalutarmi a Trento. Quanti, quanti... A voi due, signora
Gigante e Felice Pirola, a tutti i miei "quanti", un abbraccio
fraterno. Mons. Daniele Longhi Block "Celle", matricola 74591 |