Non credevo a mia mamma e invece...

"Molte volte quando ero piccola, mia mamma mi raccontava delaa Seconda guerra mondiale. Però io non ci credevo molto. Non fiuscivo a capire e le dicevo: "Mamma la gente che ha vissuto la Seconda guerra mondiale era tuta stupida, ora non accadrebbe mai una cosa simile". Invece quello che pensavo io non era vero: infatti a 13 anni mi sono trovata a vivere un'esperienza orribile e a cercare di fuggire dala guerra".

Fabrija Memic', III G

 


 

 

Forlì

Certo ricordare non basta ma è necessario per costruire la nuova Europa

Caro direttore, scrivo per raccontare a te e ai tuoi lettori l'esperienza del viaggio a Mauthausen (Austria) che ho "condiviso" con 11 fra ragazzi e ragazze in età compresa fra i 13 e i 14 anni, vincitori del Bando di concorso indetto dal Comune di Forlì per il 50° della Liberazione. Un passante che si fosse aggirato vicino al nostro pullman al momento della partenza non avrebbe colto nulla di particolare. Le solite raccomandazioni dei genitori (per la maggior parte degli studenti quello rappresentava il primo viaggio all'estero!), i soliti volti assonnati, la solita voglia di svago e d'avventura. Nel mio cuore una preoccupazione speciale. Mi domandavo, infatti, se sarei riuscita nell'intento di aiutare quei giovani a scoprire e a cogliere la straordinaria importanza, storica e simbolica, dei campi di concentramento che rappresentavano la meta del nostro viaggio. Tutti i miei timori sono stati fugati non appena ho cominciato a conoscere Osvaldo Corazza, presidente Aned Bologna ed ex-deportato nei campi di Mauthausen e Gusen. Questa persona straordinaria ci ha "presi per mano" accompagnandoci passo per passo, lungo i sentieri della memoria. In ogni occasione, senza retorica né sentimentalismi, ha usato parole semplici, forti, non crude ma efficaci in quanto vere. Preparati dalle sue spiegazioni siamo giunti al la cava di granito di Mauthausen e abbiamo risalito la famigerata "scala della morte" e ripercorso l'itinerario seguito da ogni deportato al suo arrivo nel campo. Abbiamo idealmente ripercorso, una dopo l'altra, le tappe della "abolizione dell'uomo" della espropriazione della dignità umana che a Mauthausen, come negli altri campi di sterminio, il nazismo sistematicamente e scientificamente progettava e realizzava. Di fronte a tanto orrore uno dei ragazzi non ha saputo trattenere parole di esecrazione nei confronti dei tedeschi. Pronta, ferma, insindacabile per l'autorevolezza, la testimonianza, il "martirio" di chi la pronunciava è giunta la reazione di Osvaldo Corazza. Arrestato e internato, non ha confuso tedeschi e nazisti, vittime e oppressori "se si alimenta odio e rancore si vanifica il sacrificio di quanti hanno lottato e sono morti per conquistare per noi tutti un'Europa in pace e in libertà" ha detto. E i ragazzi hanno capito. Ma, soprattutto, hanno manifestato il desiderio di comprendere sempre meglio continuando a domandare e discutere. Tante volte (!) ho sentito chiedere se ha ancora senso, ai nostri giorni, ritornare su quei luoghi. La domanda è assurda. Ma proprio il fatto che venga posta testimonia della necessità di ritornare, di vedere, di toccare per non confondere la tragica verità di tanti uomini, prima cancellati nella loro umanità e poi sterminati, con una qualunque vicenda televisiva, piatta, virtuale, ... artificiale! Certo ricordare non è sufficiente, ma è necessario per poter andare avanti, per poter costruire, per costruire senza ingenuità l'Europa dei popoli in dialogo edelle nazioni libere. Solo se non dimentica il suo passato l'Europa potrà avere un futuro! E questo i ragazzi lo hanno capito bene. Caro direttore, perché ti scrivo? Forse solo per dire una cosa in fondo molto semplice: queste iniziative che richiedono generosità d'impegno e fatica non possono essere
abbandonate. Sono occasioni che abbiamo il dovere di offrire ai nostri giovani, perché abbiamo il diritto-dovere di testimoniare ciò che crediamo, di trasmettere loro un tesoro che non si consuma: Valori - Ideali. Altrimenti i nostri figli non potranno che inchinarsi agli idoli del nuovo totalitarismo, quello dei consumi. Quello che impedisce di cogliere, tra uno spot e l'altro, l'atroce realtà di quello che sta accadendo di fronte a casa nostra, nell'altra sponda dell'Adriatico

Prof. Bruna Baravelli

Forlì

 

 


 

Diamo alla memoria un futuro... Cerchiamo, almeno!

"Il passato e le sue vicende devono servire da lezione per il futuro; e quindi con azioni, iniziative e ferma convinzione dobbiamo impegnarci a non ripetere gli aspetti negativi e gli errori di un mondo che non ha molto brillato. Diamo alla memoria un futuro... Cerchiamo, almeno!

Angela Carchio, III G

 


 

 

Una lettera di una ragazza di Nova Milanese

"Sperando che la vostra voce lasci un segno profondo di pace"

L'impressione che ho nel vedere un ex deportato è sempre la stessa. La mia testa si riempie di pensieri, esco dalla realtà isolando la sua immagine, come se fossi in un sogno. Miei cari ex deportati, penso a ciò che avete dovuto sopportare e vi guardo con profondo rispetto. Cinquant'anni fa stavate sopravvivendo a situazioni disumane, oggi siete qui in mezzo a noi e ci parlate, ci stringete la mano, siete vivi! Siete un pezzo di storia vivente!
Siete preziosi, e preziose sono le vostre testimonianze. E' importante che continuiate a parlare, a far sentire la vostra voce a giovani e meno giovani, perché si tende a dimenticare. Affinché il vostro impegno non rimanga isolato, però, è importante che "qualcosa" cambi nel sistema scolastico. La scuola produce ragazzi poco sensibili ai problemi politici e sociali che li circondano; infatti si parla poco di attualità e la storia contemporanea la si studia frettolosamente, per problemi causati dal programma ministeriale. Questo clima di ignoranza e disinteresse permette ai politici di continuare i loro giochi, e magari di essere anche appoggiati. Non è gìusto! Sperando che la forza della vostra voce lasci un segno profondo di pace vi abbraccio affettuosamente

Antonella Simonetta (Nova Milanese)

 

 


 

Alcuni sostengono che dopo tanti anni si potrebbero dimenticare....

"Alcuni sostengono che, dopo tanti anni, si dovrebbe smettere di tenere in vita questo passato che non fa altro che coprire di vergogna chi ne è stato l'autore. Io sono di parere nettamente opposto. Non si debbono rammentare questi oscuri episodi per scopi propagandistici, ma con il sacro scopo di tenere in vita la memoria di milioni di vittime innocenti".

Tatiana Santoro, III B