Alexander Weissmann, forse, percorre itinerari
già battuti: le persecuzioni, il ghetto, la deportazione, la fame, la
morte, la liberazione, la disperazione e la speranza.
Non per questo si può dire che tutto è già conosciuto.
Anzi, la storia è fatta proprio di questo: dei passi narrati da un'infinità
di uomini, che, percorrendo identici itinerari, vedono i fatti e le
vicende e le circostanze con occhi diversi.
Quando si parla di ghetto e di deportazione, gli occhi possono essere
diversi, sicuramente, ma i sentimenti ed i fatti risultano sempre uguali
fra di loro.
Ed è proprio questo che dà corpo e sostanza e forza di verità alla storia.
Benvenuta dunque la biografia di Alexander Weissmann, che, come una
tessera di mosaico, precisa nelle dimensioni e nella forma, sopraggiunge
a dare completezza alla grande rappresentazione - per tradizione biografica
- della deportazione e del genocidio degli ebrei da parte dei nazisti.
E non solo: sopraggiunge a dare completezza anche alla rappresentazione
dell'odio più vasto e della discriminazione più diffusa e dell'abbandono
degli ebrei da parte di troppi che, pur non partecipando alla persecuzione
ed alla deportazione ed al genocidio, nulla fecero per dare un aiuto,
un piccolo aiuto, un aiuto minimo, un conforto magari, ai perseguitati;
neppure quel piccolo gesto che era possibile e che avrebbe potuto avere
un grande valore. La memoria di Alexander Weissmann, forse, percorre
itinerari già battuti, ma, non so perché, la "sua" storia mi è sembrata
diversa da tutte le altre.
Gianfranco Maris
Presidente Associazione
Nazionale ex Deportati
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