I luoghi di deportazione della popolazione musulmana della Bosnia

Conoscete Keratern ?

Una vicenda orribile di cui troppo poco si è parlato. I campi di Omarska, Manjaca e Trnopolje. Condizioni igieniche impossibili, torture, esecuzioni sommarie. L'orrore della "camera numero 3 ", dove nella notte del 24 luglio di un anno fa furono sterminati 230 internati

I campi di internamento

Tutti i testimoni (60) hanno soggiornato in campi di internamento molto vicini a Kozarac. La maggior parte è transitata per diversi campi. Questi si trovano in prossimità della strada più importante della regione, che attraversa la Bosnia da ovest a est. E'una via di comunicazione di importanza strategica per l'esercito serbo perché permette il trasporto del materiale che viene dalla Serbia. La città di Kozarac, da cui proviene la maggioranza dei testimoni, si trova su questa strada. I quattro campi nei quali i deportati hanno soggiornato sono:
KERATERM
situato nelle immediate vicinanze di Prijedor. Passano per questo campo chiuso, riservato agli uomini, 23 ex detenuti. Abbiamo così raccolto molte testimonianze su questo campo, che non è stato visitato dal CICR che dopo l'evacuazione dei prigionieri e una ripulita ai locali.
TRNOPOLJE
a 15 chilometri circa a sud est di Prijedor, serve anche come campo di transito per una parte delle famiglie interrogate. Trnopolje è l'ultimo luogo di detenzione per tutti i nostri testimoni, che lo lasciano il primo ottobre.
OMARSKA
nella città di Omarska, a 35 chilometri a sud est di Prijedor. Campo chiuso e riservato agli uomini.
MANJACA
campo chiuso e riservato agli uomini.

 

Le condizioni della detenzione sono simili in tutti e quattro i campi. Le cose migliorano un po', tuttavia, a Tmopolje all'arrivo del CICR: diminuiscono le violenze, i pasti diventano più regolari, vengono fornite delle coperte. L'arrivo del CICR ha anche offerto un certo sostegno morale ai detenuti. Vengono lanciati nell'occasione avvisi di ricerca per il ricongiungimento delle famiglie.
Le condizioni della detenzione
Nutrimento. I detenuti sono bastonati al momento dei pasti, ricevono nel migliore dei casi un solo pasto al giorno composto da due pezzi di pane e di una specie di "sbobba" (acqua calda e grassa). I detenuti devono strisciare mentre i guardiani li colpiscono, poi correre mangiando per restituire al più presto la scodella. 0 ancora, devono picchiare la testa tre volte contro il muro per avere diritto al pasto. "Chi cadeva a terra rischiava di non rialzarsi".
Talvolta le guardie se la prendevano con qualcuno durante la distribuzione del pasto.
Gli versavano a terra la zuppa e il pane e per quel giorno non gliene davano più
Acqua potabile. E l'acqua dei fiume che serviva prima al raffreddamento dei circuiti industriali.
Igiene. Assente, niente sapone per lavarsi. "Io sono restato 53 giorni lì senza potermi lavare, radermi, o lavarmi i vestiti
Come latrina disponevano di secchi e bidoni. "Siamo rimasti chiusi per giorni con quel fetore".
Promiscuità. I detenuti non potevano distendersi a causa della mancanza di spazio e dormivano seduti, senza coperte, talvolta sui gradini delle scale.
Salute. Non ci sono infermeria, personale medico, medicine o cure. Alcuni prigionieri sono assistiti da un medico detenuto. Quest'ultimo, Jusuf Sadikovic, ha lavorato per un'organizzazione internazionale. Tre giorni dopo il suo arrivo al campo è bastonato e abbandonato agonizzante.
Malattie. Diarrea, pulci, importanti perdite di peso: 20 chili in media.
KERATERM
I prigionieri sono ammassati nei magazzini o nel capannoni di questa vecchia fabbrica di ceramica. E fatto divieto di uscire dal recinto del campo.
Numero di detenuti: da 150 a 300.
Numero dei tesfimoni passati da questo campo: 11.
Durata media della Detenzione: 35 giorni (minimo 1, massimo 60).
Il campo resta in funzione dal 26 maggio al 21 luglio. Il 21 luglio è evacuato, pulito e risistemato prima dell'arrivo del CICR. Da allora il campo è chiuso.
MANJACA
Questa vecchia fattoria trasformata in campo di addestramento militare e poi in campo di internamento è situata in montagna. I detenuti sono "alloggiati" nelle costruzioni militari e nelle stalle. E'un campo riservato agli uomini.
Numero dei detenuti: circa 14000 (secondo la Croce Rossa:4.700).
Numero dei testimoni transitati qui: 6.
Numero dei testimoni torturati: 3.
Durata della detenzione: 16 giorni in madia (da 15 a 19 giorni).
Nessuna igiene, acqua potabile.
Non abbiamo informazioni sul numero dei detenuti uccisi in questo campo.

OMARSKA
E un campo chiuso, riservato agli uomini. Vi sono commessi gli stessi abusi, con l'unica eccezione delle esecuzioni di massa.
Numero dei detenuti: 3000.
N umero dei testimoni passati da: campo: 12.
Numero dei testimoni torturati: 11.

Durata della detenzione: da un minimo di 23 ad un massimo di 74 giorni, in media 60 giorni.

Numero dei detenuti uccisi secondo le testimonianze raccolte: 800.Nessuna igiene. Sevizie

Su 12 testimoni detenuti a Omarska, 11 sono stati picchiati. Un detenuto di 23 anni è stato appeso per i piedi dal secondo piano dopo essere stato picchiato a lungo. Staccato dopo molte ore è stato bruciato con delle sigarette e poi gettato giù dalle scale. Ha una frattura ad una mascella e perde conoscenza. Gli altri detenuti gli prestano qualche cura. Resta dieci giorni senza mangiare. Ha ancora una deformazione importante della mascella. Un uomo di 35 anni è picchiato fino a perdere conoscenza a più riprese. Presenta postumi di fratture alle costole. Un altro deve guardare le torture inflitte ai compagni.

TRNOPOLJE
Trnopoljc serve da luogo di detenzione per gli uomini ma anche come campo di transito per le donne, i bambini, i ragazzi inferiori ai 18 anni e i vecchi. E'l'ultimo luogo di raggruppamento dei detenuti prima della partenza verso il campo di Karlovac (Croazia).
E, dunque, cronologicamente, l'ultimo campo dal quale passano.
Numero Di detenuti: 2000 in permanenza. Fino a 5000 o 6000 quando le donne ei bambini sono radunati per convogli verso le zone libere.
Numero dei testimoni detenuti in questo campo: tutti (cioè 60).
Durata della detenzione: 71 giorni in media (da 28 a 130 giorni).
Trnopolje è un campo "aperto" situato nei pressi del villaggio omonimo, a due chilometri da Kozarac. I detenuti possono uscire dalla cinta del campo, ma dei tiratori circondano i dintorni su un raggio di 2 chilometri.
"Ci lasciavano uscire per andare a cercare del cibo nei giardini, poiché loro non ci davano niente da mangiare. Quelli che partivano non erano mai sicuri di tornare".
Il centro del campo, circondato da filo spinato, comprende due costruzioni. Certi detenuti dormono lì, gli altri si costruiscono delle specie di tende fuori.
Tre testimonianze raccontano l'uccisione di un intero convoglio di uomini nel corso di un trasferimento per strada da 0marska a Tmopolje.
E'fine luglio, un convoglio di donne e bambini provenienti da Prijedor è completato da quattro pullman di prigionieri di Trnopolje. Questo convoglio deve raggiungere le linee bosniache. Circa 250 uomini sono riusciti a trovarvi posto. A Vlasic, il convoglio si scinde in due.
Gli uomini sono allineati e abbattuti a colpi di arma da fuoco. I serbi gli sparano alle spalle, così che gli ultimi precipitano sugli altri in un vallone.
Su 250, solo 11 sopravvivono e riescono a raggiungere le linee bosniache.
Questo massacro sarà in seguito denunciato dalla stampa croata. Tra le vittime del massacro un giornalista ha annotato giorno dopo giorno ciò che ha visto, il numero e i nomi di quelli che sono stati assassinati.
Le donne e i bambini sono testimoni di questa esecuzione di massa.
Prima dell'arrivo della Croce Rossa:

Numero dei detenuti uccisi: 170 circa, secondo le testimonianze.
Numero dei testimoni che hanno subito sevizie: 16.
Prima dell'arrivo della Croce Rossa, l'11 agosto, le condizioni di vita sono altrettanto dure che negli altri campi. Le violenze continuano anche in seguito, ma le sparizioni divengono meno frequenti.
Cinque uomini sono uccisi nel campo da un soldato di nome Mladen. Tre persone registrate dal CICR sono ugualmente sgozzate 10 giorni prima della partenza dei prigionieri: Ahmet Fasic, Hassan Soltic e Hairudin X.
Un uomo di 68 anni, Nezib Ternjin, è picchiato da un soldato serbo e muore tre giorni più tardi.
"Tre uomini sono stati sgozzati, uno è stato picchiato a morte e altri cinque sono scomparsi".
I militari rifiutano sulle prime l'accesso al campo al CICR. Poi tolgono i fili spinati, dipingono di bianco un edificio con una croce rossa; lo forniscono di materiale sanitario e medicine per simulare una infermeria.

Sevizie e maltrattamenti
Numero dei testimoni torturati: 17.
Terrore e umiliazioni fisiche e psicologiche sono permanenti.
La maggior parte dei prigionieri è regolarmente bastonata, senza ragione o con il pretesto di interrogatori (informazioni sulla resistenza, sulle armi o sui soldi). In questo campo la tortura, le esecuzioni sommarie o le sparizioni sono quotidiane. Tutti gli spostamenti sono pretesti per percosse. I miliziani fanno sdraiare i detenuti al sole e li calpestano.
Le sevizie sono inflitte con il calcio dei fucili, mazze da baseball, grossi cavi elettrici, sbarre di ferro, assi e coltelli. Alcuni sono feriti da proiettili vaganti sparati a caso dalle guardie. Le sevizie sono di ogni tipo: comprese croci serbe disegnate sui corpi con la brace delle sigarette o coi coltelli.
I morti nel campo
300 sono i decessi constatati dai testimoni. Da 5 a 10 persone spariscono ogni notte. Numerosi detenuti sono bastonati a morte o ammazzati nelle maniere più diverse. Due persone sono fatte sdraiare in croce una sull'altra e poi trapassate con la baionetta. Il rappresentante locale dei partito musulmano, "Partito di azione democratica", è ucciso il 15 giugno dopo interrogatori e sevizie. Si chiamava Mujkanovic. Il presidente del Partito croato HDZ di Prijedor è lasciato agonizzare dopo lunghe sevizie tra il 10 e il 15 giugno.
Spesso i prigionieri incaricati di raccogliere i morti o gli agonizzanti spariscono essi stessi, dopo aver svolto il loro compito.
Dodici rifugiati raccontano dell'esecuzione di 200 persone nella notte del 24 luglio nella "camera numero 3". In questo locale sono raccolti circa 230 prigionieri, provenienti per lo più dai diversi villaggi della zona di Brdo.
Nella notte del 24 luglio miliziani lanciano all'interno granate lacrimogene, obbligando tutti a uscire. I miliziani li attendono fuori e li abbattono.
Una cinquantina di persone non muore sul colpo. Ma all'indomani i corpi dei vivi e dei morti sono caricati sui camion per essere fatti sparire. Alcuni sono stati dunque sepolti vivi.