IL VOLO DELL’AIRONE
ANNO VII n° 4 – Ottobre 2005
INDICE
Editoriale –
L’irruzione degli opifici culturali
Dal Consiglio comunale – Revoca della deliberazione consiliare n. 37 del
7.10.2004 (verbale)
Attività ed iniziative
Un’affascinante pedalata nell’ambiente, nella storia e tra le pietre delle nostre cascine
Politiche sociali: Povertà ed esclusione sociale
Intervista al Direttore Scolastico
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editoriale
di Carmine
Silvestre
La corsa e la rincorsa degli uni contro gli altri verificatesi nel campo mediatico della televisione si è trasferito, o meglio, si è allargato anche alla carta stampata tanto da dare l’idea di vivere una situazione culturale piuttosto parossistica.
Se è vero che già da qualche tempo i quotidiani e i settimanali sono diventati veicoli trasportatori di libri, di videocassette, di DVD, senza contare le pubblicità varie aggregate, è pur vero che da poco prima dell’estate appena trascorsa si è assistito a una esplosione di questo fenomeno. Tutte le testate giornalistiche, tra cui anche quelle più note e lette, si sono lanciate a capofitto nel promuovere questi prodotto collaterali, offrendo, quasi con cadenza quotidiana ora un libro di cucina, ora un testo di letteratura o di pittura o di storia, ora un fumetto, ora un numero o un settore di un’enciclopedia, oltre ai periodici inserti settimanali, come le riviste specialistiche allegate.
Qualche amico mi confidava che non avrebbe mai potuto immaginare di vedere riprodurre nel campo della carta stampata quello che già avviene per la televisione, dove l’audience la fa da padrona. Chi non sa infatti che proprio all’audience è legata l’impero del mercato pubblicitario? È certamente noto che la rete televisiva, che produce programmi con i più elevati indici di gradimento, è quella che detta legge nel campo della pubblicità. Che significa: privilegio, non solo, di non subire il condizionamento dall’affanno della rincorsa al cliente, vantaggio di non poco conto per stare a galla in un mare dove la concorrenza diventa sempre più spietata, ma soprattutto, di poter dettare condizioni remunerative alquanto favorevoli. Quando poi l’audience è legata al personaggio di moda o al presentatore che riesce a convogliare durante la sua trasmissione i più elevati ascolti, le aziende, come avviene nel calciomercato per i giocatori, attivano tutti i loro canali di persuasione per convincere questi e quello a cambiare casacca e squadra.
Chi, poi, dovesse chiedersi se tutto ciò sia etico è considerato un extraterrestre che non sa come vanno le cose del mondo ed è ritenuto, oltretutto, un alieno perché dimostra quanto sia poco a conoscenza delle regole del mercato che affida ai contendenti lo spietato mandato della competizione, per il quale tutto si giustifica purché si esca vincitore dalla lotta.
All’interrogativo riguardo all’ipotesi se tale lotta possa riprodursi anche nel campo della carta stampata corrisponderebbe, ne sono certo, una risposta irta di dubbi, pur propendendo, personalmente, per un’opinione negativa. Considero, infatti, che nel campo della carta stampata un ruolo determinante lo giuochi il lettore, potendo egli fare affidamento su una migliore condizione di discernimento: rispetto all’utente televisivo, infatti, egli non è esposto all’intensa pressione psicologica dell’immagine, che a volte può coinvolgere lo spettatore a tal punto da rallentargli l’attivazione delle proprie difese razionali. Per questo, la decisione per le opere o le letture da scegliere è tutelata dall’occulta persuasione e diventa più praticabile, anche se non rimane del tutto immune da un’eventuale suggestione del momento. L’accavallarsi, infatti, dei consigli che quotidianamente vengono suggeriti al lettore non gli consentono un attimo di tregua.
Gli stimoli, se da un lato sono apprezzabili per le molteplici proposte culturali che contengono, rischiano, dall’altro, di andare dispersi per l’intensa concentrazione con cui vengono divulgati. Il rimedio è quello di far decantare per qualche giorno l’insieme delle proposte che il nostro quotidiano ci inculca. Se ancora l’incertezza permane, si suggerisce di non disdegnare l’idea di recarsi in una libreria ben fornita per appagare il proprio desiderio di sapere.
Oltretutto, è bene ricordare che l’opificio culturale veicolato dal foglio quotidiano della carta stampata, come da qualsiasi altro strumento, vada pensato come una tra le occasioni per allargare la propria conoscenza. È sufficiente rendersi conto che abitiamo a ridosso di una grande metropoli, Milano, che offre ampie occasioni di cultura: dalle librerie alle biblioteche, dallo spettacolo, al cinema, alla musica, dai monumenti storici ai musei e alle gallerie d’arte…
È un peccato non saperne approfittare.
Se sai far parlare gli oggetti e sai ascoltare, apprendi cose davvero interessanti, come quelle che io riferii nel 1999 attraverso il mio opuscolo “Pantigliate – anche gli oggetti parlano”, voluto dall’allora sindaco, il Dr. Galdino Cassavia.
Per dirla brevemente, gli oggetti in questione ci parlavano delle vicende celtiche del paese e della successiva romanizzazione: poche cose, ma sufficienti a tracciare un filo conduttore sostenuto da monete, oggetti d’uso quotidiano, frammenti di vasellame. Le origini del toponimo, che risalgono chiaramente ad una proprietà di epoca romana, ma di origine celtica, come suggerisce il suffisso prediale “ate”, si fa discendere da un “Pantilius” di cui in realtà non si conosce storia. Tuttavia credo di avere fatto qualche progresso partendo da due aspetti fondamentali. I romani attribuivano il nome ad una proprietà derivandolo da quello del proprietario, esempio: Tribiano da Trebius. Viceversa i celti davano nomi che richiamavano caratteristiche fisiche dei luoghi, esempio: Craig (roccia) cittadina della Gran Bretagna, da cui deriva il nome proprio maschile ancor oggi in uso nell’Inglese. Pertanto, se Pantigliate è una latinizzazione di un toponimo il cui proprietario era di origini celtiche, ciò significa che quest’ultimo aveva tratto il suo nome dal luogo e non viceversa, come nel caso di insediamenti romani.
Allora si pone la domanda: che significa Pantigliate? Per tentare una risposta ho preso in esame diversi toponimi nel Galles, dove luoghi e lingua in uso sono di origini celtiche, ed ho trovato un “Pantglas”, un “Pant Glas” e un “Pant y dwr”), dai quali un romano uso alla fluidità del latino, avrebbe potuto facilmente far derivare il Pantilius per un abitante di quel luogo. Ancora oggi nel gallese parlato, Pant significa vallata, depressione. Glas è il colore verde, blu. Y dwr vuol dire “dell’acqua”. Quindi Pantglas è un luogo depresso, quale una gola, valle o solo una conca, dove può raccogliersi l’acqua e pertanto probabilmente fittamente alberata cosa che le fa assumere un aspetto verde intenso. Pant y dwr è invece, letteralmente, la valle, o depressione nel terreno, dell’acqua, come potrebbe essere per presenza delle acque meteoriche che vi si raccolgono oppure a causa di una risorgiva che vi sgorga, similmente al fontanile di Cascina Crocina. Pertanto, seppure si resti nel campo delle ipotesi, è verosimile che il nome di Pantigliate, alla luce delle considerazioni fatte, ne confermi le origini celtiche già desumibili dal suffisso prediale attribuitogli in epoca romana e da qualcuno degli oggetti a suo tempo rinvenuti.
Tanto vi dovevo per quanto riguarda la memoria di questo antico borgo, che si avvia, di
giorno in giorno, a perdere sempre più il suo aspetto “delle cose che furono”, per diventare inesorabilmente periferia metropolitana.
L’ultimo shock, subito in occasione di uno dei miei brevi rientri, è stato il notare la scomparsa della Cassinazza, il cui luogo occhieggia vuoto come le orbite dei crani di duemilaottocento anni fa che emergono negli scavi dove sono impegnato attualmente. La vista di quei ruderi mi ha davvero colpito, ma non sorpreso, ché sapevo, al mio ritorno, di dovere in qualche modo asciugarmi nuove, silenti lacrime alle quali questa Amministrazione comunale mi ha abituato.
Doveva essere una ristrutturazione, ma evidentemente nella accezione del termine inaugurata dagli americani a Hiroshima e Nagasaki: appiattite con bombe nucleari, oggi sono state ricostruite, ma i giapponesi hanno dovuto dire “sayonara” alle loro vecchie città.
Per carità, si può vivere anche senza la Cassinazza (anche senza monumenti, libri, alberi, fiumi puliti…), ma mi chiedo se quest’antica struttura, così tipica del territorio, non avrebbe potuto coesistere con quella così anonima, fortemente voluta dall’amministrazione, che è la piscina, oggi frequentata da baldi giovanotti e graziose fanciulle in costume. E’ pur vero che, ai fini della conservazione della specie, questi ultimi sono più utili di una vecchia cascina, e quindi è doveroso favorirne gli incontri, ma poiché “fatti non fummo per viver come bestie” (non tutti, almeno), sensibilità per la storia del paese avrebbe voluto la conservazione di un luogo così caratteristico. Ma tant’è, con questo “sayonara Cassinazza”, Pantigliate prosegue il suo percorso di trasformazione verso una fisionomia da Quarto Oggiaro qualunque.
Peccato, ma non si può avere tutto. C’è la piscina, che si vuole di più?
Renato Bucci
I Consiglieri di opposizione (Pricca, Caremoli, Cassavia, Galimberti, Scaravaggi), in merito alla demolizione della Cassinazza chiesero la revoca della Delibera con cui fu
approvato il Piano di recupero, ritenendola viziata.
Dopo lunga discussione la maggioranza ha respinto compatta la proposta, con l’eccezione di due Consiglieri
di Rifondazione che si sono astenuti.
Riportiamo, a pagina 2, il verbale di quella serata, così come allegato
alla delibera n° 21 del 14 giugno 2005
REVOCA DELLA
DELIBERAZIONE CONSILIARE N. 37 DEL 07/10/2004.
Il Sindaco cede la parola al consigliere Pricca che procede con l’illustrazione della proposta
presentata ed allegata alla presente deliberazione sotto la lettera A).
Il Sindaco spiega che, nel caso di specie, la revoca
viene richiesta per motivi di opportunità e non di legittimità: una decisione
di tal genere provocherebbe però la revoca di una delibera che al momento non è
neppure dotata di efficacia, in quanto essa potrebbe produrre i suoi effetti
solo quando sarà reso il parere del Parco agricolo sud. Inoltre, una revoca
comporterebbe probabilmente il diritto del proprietario ad un indennizzo. Va
infine aggiunto che con i titolari del piano di ricupero sono stati fatti passi
in avanti sulla strada della conclusione di un accordo sostitutivo di
provvedimento amministrativo.
Il consigliere Cassavia evidenzia che la revoca
rimane comunque un atto più forte nei confronti della proprietà e, quindi,
maggiormente visibile.
Il consigliere Galimberti (Vivere Pantigliate,
ndr) chiede se, in seguito alla produzione
dell’accordo, vi sarà la necessità di una nuova approvazione.
Il consigliere Panarese (Rifondazione, ndr) evidenzia che la fine della
cascina Cassinassa era uno scempio annunciato;
Nonostante l’impegno personale del consigliere una
decisione democratica ha causato tutto ciò; adesso nessuna parte della cascina
è rimasta in piedi. Inoltre, per quanto riguarda la proposta in oggetto, seppur
accoglibile sotto il profilo del merito potrebbe
portare ad una responsabilità per danno erariale e, sotto questo profilo,
appare inopportuna. Il consigliere propone una indagine conoscitiva della
vicenda, con sospensione immediata di tutta la procedura, al fine di accertare
l’eventuale sussistenza di responsabilità da parte della società titolare del
piano di ricupero ed in caso di accertamento ditale responsabilità, rispondere
con la massima rigorosità.
Il Sindaco precisa che la proposta del consigliere Panarese, in realtà, è già stata adottata: sta per essere
concluso un accordo per una valutazione conoscitiva che, per il momento, ha
sospeso l’intera procedura. Rammenta, inoltre, l’estrema pericolosità in
termini economici della eventuale revoca della delibera n. 37.
l consigliere Pricca
sottolinea che, comunque, a prescindere dalle giustificate motivazioni addotte
dal sindaco, un atteggiamento duro potrebbe conseguire alcuni dei risultati
sperati.
L’assessore Cabiddu tiene a
rammentare che un ragionamento circa il ricupero della cascina in termini
conservativi o in termini del PTCP è già stato fatto a suo tempo, allorquando
si rilevò che un intervento di tipo conservativo non avrebbe trovato imprese
disposte all’operazione; ad ogni modo, il ricupero avverrà in base al piano
approvato e alla normativa.
Il consigliere Gnocchi (Rifondazione ndr)
evidenzia che diventa quasi inutile discutere se, davvero, il progetto
approvato prevedeva la demolizione dell’immobile: una discussione in tal senso,
a questo punto, serve solo a fare sterile polemica.
Il consigliere Caremoli
ribadisce la sua contrarietà al piano particolareggiato in oggetto; in
particolare, dall’esame dei verbali delle sedute del consiglio comunale in cui
vi è stata l’adozione del piano di ricupero vi sono una serie di proclami che,
in definitiva, non sono stati per nulla rispettati.
Infine, si chiede Caremoli,
dove fosse l’amministrazione quando il piano di ricupero in oggetto è stato
approvato ed eseguito.
Il Sindaco, al termine degli interventi, ribadisce
tutto quanto è stato affermato nel passato: adesso si tratta di cercare di
rispettare la tradizione architettonica della zona, perché il piano di ricupero
prevede comunque una ricostruzione degli elementi, altrimenti si tratterebbe di
semplice ristrutturazione.
Gentile
Direttore,
Mi
rivolgo a lei poiché so essere stato sindaco in passato e quindi di regole e
uffici comunali se ne intende più di me (forse anche più di qualcun altro …).
Fino a poco tempo fa il comune era aperto anche il sabato mattina e il giovedì pomeriggio, ora non più, ma da quando precisamente non saprei e fino a quando poi? Ancora meno ne so!
Mi chiedo e le chiedo dove sono esposti al pubblico gli orari e i giorni, esiste un calendario annuale cui far riferimento?e dove si può consultare?
Il cittadino (io) è ignorante (ma la legge, si sa, non ammette ignoranza) ma vuole sapere!
Se io so, io mi organizzo e non perdo tempo, per me prezioso!!
Dal comune mi aspetto solo sgradite sorprese (la sorpresa riguarda l’argomento, che sia sgradita è oramai una certezza) e ne potrei elencare a mille: Cassinazza, urbanizzazione controllata e in regola, nuova discarica e sua collocazione, verde pubblico, ecc…
Mi aiuti lei ad aver chiarezza.Grazie
(Lettera firmata)
Gli orari sono cambiati nel
periodo estivo e vengono pubblicati su “Pantigliate
informazioni”.
Gent. Direttore,
Vivo
a Pantigliate da qualche anno, ho visto crescere il
paese a vista d’occhio: case, centri commerciali, strade,... e sebbene alcune
cose non le ho condivise, esprimo un parere positivo al cambiamento del nostro
paesello.
Circa due anni fa, ho avuto la fortuna, così pensavo all’inizio, di andare a vivere nella zona che considero tra le più carine di Pantigliate: via Verdi.
Abbiamo un parco stupendo, peccato che, a quanto pare, è un parco per i cani e non per i bambini.
I cani, che a volte sono alti come cavalli, vanno a spasso senza guinzaglio, senza museruola e spesso senza padrone. I bambini, di conseguenza intimoriti, ritornano a casa. Alcuni bambini lavano i piedini o il sederino, contro la loro volontà naturalmente, nei bisognini lasciati dai loro amici cani. E se a qualche bimbo viene sete? Non ci sono problemi, c’è una bella fontanella. Poco importa se, prima, è stata leccata per benino da qualche cagnetto.
I vigili e l’Amministrazione Comunale cosa fanno? Perchè, nonostante le continue lamentele, nessuno si muove?
E raggiungere in centro del paese? A piedi è semplicissimo, basta attraversare l’incrocio fra via Marconi e via Cacciatori e si è in piazza Comunale; se si è fortunati e non si finisce sotto una macchina che sfreccia a tutta velocità.
Io mi chiedo perchè chi vive in vie Verdi deve rischiare la vita ogni volta che va a scuola, che va in chiesa o che vuole raggiungere il centro del paese?
Perché ogni volta che ci si rivolge agli organi competenti, ci si sente rispondere che non si può fare nulla perché quella è una strada provinciale?
Eppure sono già stati fatti diversi interventi edilizi e modifiche alla carreggiata su questa strada provinciale. Risulta così difficile mettere in sicurezza questo incrocio?!?
L’Amministrazione, o chi di competenza, faccia qualcosa per il nostro parco e, soprattutto, faccia qualcosa per quell’incrocio, dove ci sono già stati troppi incidenti, prima che qualcuno ci lasci la vita.
Lettera firmata
Egr. Direttore
Ma i vigili di Pantigliate dove sono?
Io non li ho mai visti, o meglio:
non li ho mai visti in via Risorgimento, dove tutte le sere quando torno dal lavoro con l’autobus, vedo (e sento) l’autista impazzire e perdere almeno 5 minuti per riuscire a passare, viste le macchine parcheggiate in doppia fila davanti ai vari bar (a volte i proprietari delle vetture ridono, mentre bevono l’aperitivo, vedendo l’autista imprecare!), questa scena si ripete anche al sabato quando in molti vanno a giocare la schedina!!!
Non li ho mai visti nelle varie vie del paese (in via Garibaldi per esempio), dove le macchine sono parcheggiate fino sull’incrocio, la strada diventa larga come una corsia sola ed è pericoloso incontrare un’altra vettura, soprattutto se si è in bicicletta;
Non li ho mai visti in via Manzoni, dove c’è un parcheggio per auto, in cui sostano perennemente alcuni camper che intralciano la viabilità sul marciapiede.
Non li ho mai visti in giro a multare chi porta a spasso i cani di grossa taglia senza museruola e spesso anche liberi dal guinzaglio! Un sabato pomeriggio mi è capitato di vedere un cane molto grosso correre libero in via Verdi (dove c’è la piazzetta), in mezzo a tanti bambini, ho cercato di chiamare i vigili: in ufficio, ovviamente, non c’era nessuno, ed il numero riportato sul cartello affisso alla porta del loro ufficio con scritto “In caso di urgenza chiamare…” suonava libero e nessuno rispondeva!!!
Non li ho mai visti quando qualcuno decide di testare la velocità della propria macchina in via Risorgimento…
Non li ho mai visti o, per lo meno non li ho mai visti “all’opera”…, e di multe da dare ce ne sarebbero molte…
Mi auguro di non sentirmi rispondere la solita frase: “C’è carenza di personale”, perché viene spontaneo dire: assumete qualcuno, tanto si “ripagherebbe” da solo con le contravvenzioni che riuscirebbe a dare, ed il paese sarebbe un po’ più “ordinato”!
Spero di vedere presto le cose cambiare, grazie per l’attenzione. Distinti saluti
Lettera firmata
Alla redazione de “il volo dell’Airone”
con preghiera di pubblicazione:
In questi giorni è stata diffusa copia di una “inconsueta” MARTINELLA!
I redattori storici del foglio non condividendone la forma e i contenuti, si dichiarano estranei al fatto, se ne dissociano ed esprimono solidarietà e simpatia per i Consiglieri comunali di Minoranza, comprendendone il Loro difficile lavoro.
Carlo Amati
un’affascinante pedalata nell’ambiente, nella storia e tra le pietre
delle nostre cascine
Si è reso necessario scrivere questo articolo, perché nella giornata
della biciclettata svolta il 29 Maggio, con circa 350
partecipanti di ogni età, non ci è stato possibile dare spiegazioni
approfondite di carattere storico – naturalistico, degli ambienti visitati.
Per sopperire a questo inconveniente, abbiamo pensato di fare cosa
gradita a tutti coloro che ci hanno chiesto notizie specifiche, fare un
riassunto scritto della manifestazione.
Ci scusiamo anticipatamente con i lettori se, pur mettendoci tutta la
nostra professionalità, non riusciremo anche a trasmettervi emozioni e sensazioni che ognuno di noi con
la propria sensibilità può provare solo a contatto con la natura.
Pantigliate con il suo territorio di appena 5,73 Kmq di
superficie, è tra i più piccoli comuni dell’Est milanese, e fa parte dei 61
comuni che compongono il Parco Agricolo Sud Milano, che svolge l’importante
funzione di tutelare oltre al verde agricolo anche le residue aree di interesse
naturalistico e salvaguardare la nostra storia agricola fatta di cascinali,
rogge e fontanili.
Ed è per questo motivo che l’Associazione “Amici dell’Airone” organizza
annualmente questa manifestazione: per sensibilizzare i cittadini a conoscere
le bellezze naturali e storiche ancora presenti sul territorio.
L’appuntamento del 29 Maggio non poteva trovare migliore ospitalità che
all’Oasi del Fontanile, un ambiente con finalità didattico-educativo
e di socializzazione da valorizzare sempre di più.
Increduli ai nostri occhi, un serpentone umano, dalle infinite tonalità
di colore, tra il frastuono gioioso delle voci
accompagnati dal ritmo dei campanelli,
prendeva il via il nostro itinerario
ciclabile.
il serpentone colorato
Ecco, a destra Cascina Nuova che racchiude nel suo nome tutta la sua
storia, dove si può osservare di fronte ad essa una interessante vegetazione di
ripa composta da tife, coltellaccio e sparganium. Curva e contro curva e ci appare dipinta in
colori ocra Cascina Roverbella,
un tempo chiamata Rigurbella. Presenta un piccolo
oratorio dedicato a S Zenone. Sull’altare vi era un dipinto raffigurante
l’Annunciazione definita nelle visite pastorali “pittura elegante”. Oggi si
conserva solo il campanile.
Proseguendo per Cassignanica si sfiora a
sinistra una bella santella oggi dedicata alla Madonna,
un tempo a chissà quale divinità pagana, come confermano i numerosi embrici
romani che affiorano di tanto in tanto nel campo.
Cascina Nuova
Fa da sfondo alla cappelletta
una grande macchia verde: viene chiamata Costa dell’Orso. Questo ambiente,
relitto di un antico bosco planiziale conserva piante
secolari di alto fusto come querce,
aceri, e pioppi bianchi. La fauna e la flora sono di assoluta rarità come il
picchio rosso maggiore, l’upupa e il martin pescatore
e tra le rarità botaniche il campanellino estivo e il rarissimo dente di cane.
Giunti nella piccola frazione di Cassignanica
veniamo accolti con simpatia e incredulità dai residenti, mai visto in questo
piccolo borgo così tanta gente tutta di un botto, tanta, che anche i Volontari
della Protezione Civile e i Vigili Urbani al seguito hanno avuto il loro bel
daffare per mettere ordine alla viabilità. Complimenti a tutti !!!
verso Cassignanica
L’antica chiesa parrocchiale dedicata a S.
Vincenzo fu eretta nel 1581, ma la borgata risulta abitata da un nucleo di
frati Umiliati sorto nel XII secolo.
In questo luogo nel 1933 fu rinvenuto un sarcofago con all’interno un
corredo di un guerriero longobardo, probabilmente di rango piuttosto elevato a
giudicare dalla croce d’oro e dalla immancabile scramasax
(tipica spada a taglio singolo) entrambe
esposte al Museo Sforzesco di Milano.
Lasciamo Cassignanica per prendere la strada
sterrata e alberata con pioppi cipressini che ci
conduce a Cascina Benzo.
Cassignanica – S.Vincenzo
pedalando verso la Cascina Benzo
La cascina prende il nome di antichi
proprietari, Benzo, Benci, Bencini nomi di origine longobarda derivati dal germanico bern - Orso. Ecco perché esiste la costa dell’Orso.
Non possiamo dimenticare in questo tratto di strada, dove sabbia e
ghiaia la fanno da padrone qualche foratura, risolte con maestria dai più
esperti ciclo amatori.
In questo periodo la natura si rivela lussureggiante in questo luogo e
ricca di colori: dal rosso dei papaveri, al giallo del giaggiolo, o dal bianco
del narciso poetico.
Poi Cascina Panzone, dove
l’ospitalità dei proprietari ti fa sentire a casa tua.
Si può osservare un possente colonnato dorico, di Arenaria composto da
più colonne del tipo osservabile nel Tempio della Concordia di Agrigento. Non è
possibile spiegare quale immensa struttura essa avrebbe dovuto sostenere.
La fauna e quella tipica delle zone umide: anatre, gallinelle d’acqua,
aironi e numerose altre specie di uccelli, ma va segnalata una rarità: il
gruccione che trova il suo habitat di nidificazione nelle sponde sabbiose della cava di sabbia vicino alla
cascina.
Proseguiamo il nostro itinerario tra il gracidare delle rane e il canto
degli uccelli e si incontra Cascina Pestazza, un
angolo poco conosciuto ma non privo di interesse naturalistico.
C. Panzone - il colonnato
L’Iris siberico dal suo colore blu intenso,
ormai in via di estinzione, è la riprova
di quanto sia interessante questa zona.
Sui volti dei partecipanti
incomincia ad affiorare un po’ di stanchezza, vuoi per i chilometri o forse per
i morsi della fame che incominciano farsi sentire, ma scompare tutto
all’improvviso quando ci appare maestoso con la sua torre il Castello dei Borromeo, meta principale della nostra passeggiata.
Grazie alla efficace organizzazione del flusso dei numerosi visitatori e
alla cortesia del proprietario, conte Franco Borromeo,
che ci ha fatto da cicerone, abbiamo potuto ammirare le bellezze pittoriche e
architettoniche di questo luogo che sempre ci affascina.
veduta della Pestazza
Le origini del Castello risalgono al XIII
secolo, ma Vitalian
o Borromeo, finanziere e accorto politico, nel
1427 compera dai monaci agostiniani, amministratori di Milano dell’Ospedale
Nuovo alcune proprietà situate nei pressi di Mirazzano
chiamate “cassine dei frati neri” dal colore del saio
che indossavano quei religiosi. Una di queste cascine, accanto a uno “stagno o
pescheria” nel 1432 Vitaliano Borromeo la fortificò
con mura, baluardi, torri, ponti elevatoi e
circondato dai quattro lati da profondo fossato d’acqua: di fatto è l’anno di
nascita del Castello di Peschiera Borromeo.
Siamo quasi giunti al termine del
nostro itinerario, ma da Cascina Tita ultima nostra tappa, non possiamo fare a
meno di osservare da lontano l’imponente
maestosità del castello che ci appare con tutta la sua bellezza, quasi a
vanto di essere stato testimone degli
eventi del tempo, e ancora custode di molti segreti della nostra storia da
scoprire. Ci torneremo!!!. Un po’ stanchi, ma felici di avercela fatta si
arriva in piazza davanti alla chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna della
Provvidenza eretta nel
Castello Borromeo
A questo punto, i profumi dei cibi che arrivano delle cucine vicine si
fanno sentire all’olfatto dei partecipanti, tanto, da avere il sopravvento
sulla storia e la natura. Allora, rompete le righe, e di corsa ad accaparrarsi un posto meritato ai
tavoli già imbanditi da una schiera di volontari che si sono sacrificati, in
nome della storia e della natura per rendere più completa la nostra
manifestazione. Grazie a tutti!!!.
la festa continua sotto il tendone
Noi vi salutiamo, con un invito a riappropriarsi del patrimonio naturale
che ci circonda, che per fortuna è ancora ricco di realtà interessanti, ma a
cui spesso gettiamo solo uno sguardo disattento.
Vogliamo vedere se ce la facciamo?..
Domenico Barboni
GITE IN PROGRAMMA:
Gita in pullman: “Castagnata a Brinzio”
Domenica 16 ottobre 2005
Gita in pullman: “I Presepi dell’Immacolata”
Ponte di Sant’Ambrogio
INCONTRIAMOCI:
Proiezione fotografie: La biciclettata del 29 maggio
Giovedì 10 novembre ore 21,00 in Sede
Pranzo sociale di fine anno con soci e amici
Domenica 27 novembre 2005
(prenotazione entro il 9 novembre)
QUESTA SERA ANDIAMO A…
Teatro della Luna: “Tutti insieme appassionatamente” con Michelle Hunziker
Venerdì 25 novembre 2005
(poltronissima Luna euro 37,00 poltrona euro 25,00
under 18 e over 65 euro 24,00/17,00 - prenotazioni entro il
2 novembre)
Teatro della Carcano: “Il malato immaginario”
di Molière con Massimo Dapporto
Venerdì 2 Dicembre 2005
prenotazioni entro il
7 novembre)
Teatro della Luna: “The producers” con Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi
Venerdì 10 febbraio 2006
(poltronissima Luna euro 37,00 poltrona euro 25,00
under 18 e over 65 euro 24,00/17,00
prenotazioni entro il 25 gennaio 2006)
Per informazioni e prenotazioni tel.: 339/8332905 02/90600830 (sera) Gianna.
Ricordiamo che la domenica mattina dalle ore 10.30 alle ore 12.00, siamo presenti presso la nostra sede di Pantigliate - Piazza Comunale, 19 - tel.: 02/90600384.
POVERTA' ED ESCLUSIONE
SOCIALE
Valutazioni e dati dal 2° Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale
biennio 2003/04
Nello scorso mese di giugno è stato presentato a Roma il " 2° Rapporto sull'esclusione sociale.
Il monitoraggio, effettuato dalla commissione di indagine sulla esclusione sociale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, rappresenta un percorso importante per l'analisi delle politiche di Welfare, l'approfondimento delle dinamiche sociali e la ricerca sulla povertà. E' non solo un indicatore delle condizioni generali della povertà, ma ne elabora le caratteristiche e fornisce con chiarezza un ritratto sia della "povertà assoluta" (quella basata sulla rilevazione dei redditi) che della "povertà relativa", definita cioè in rapporto al contesto ed al tenore di vita di un certo territorio. Inoltre il rapporto, attraverso l'analisi delle condizioni di vita della popolazione in un determinato contesto territoriale, valuta "l'intensità della povertà" e la stessa " povertà
soggettiva" cioè quella relativa alla percezione della propria povertà in rapporto agli standard di chi sta intorno, infatti non si tratta solo dell'essere poveri ma del sentirsi poveri. Dando uno sguardo ai dati, possiamo affermare che non esiste un effettivo impoverimento delle famiglie, ma forte è la preoccupazione di impoverirsi.
FAMIGLIE
POVERE |
ANN0 2002 5,1 % |
ANNO 2003 4,9% |
FAMIGLIE NON POVERE |
81% |
81,5 |
La stessa percezione poi, è maggiore al Nord ed in alcune zone del Centro, ed in modo particolare nelle grandi aree metropolitane che non i piccoli centri. Si registra pertanto una povertà percepita ben diversa da quella reale. Se al Nord ci si sente più poveri di quello che si è realmente, al Sud il dato addirittura si capovolge, nel senso che non ci si sente così poveri anche se di fatto lo si è.
NORD |
POVERTA’ REALE 5% |
POVERTA’ PERCEPITA 7,7% |
SUD |
22,4% |
12,1% |
Possiamo perciò dedurre che la preoccupazione sociale (soprattutto nelle zone più ricche del paese) al di là dell'effettiva presenza di un reddito, amplifica notevolmente la percezione di povertà . Le ipotesi possono essere tante, una di queste è sicuramente che nelle zone più povere si attivino più facilmente delle forme solidaristiche di interventi e che nelle zone ricche invece prevalgono forme di povertà legate più all'isolamento ed alla cronicizzazione. Che la povertà oggi nel nostro paese sia relativa, lo dimostra un fatto ormai innegabile: non si emigra più e nel frattempo siamo diventati noi stessi terra di immigrazione. Paradossi della vita.
Notizie al … Volo
Sagra
del paese
Sempre più celebrata nell’intimità della comunità parrocchiale la Sagra del paese, i festeggiamenti ricreativi sono ormai ridotti al minimo mentre molti sono stati i sono momenti di riflessione culminati Domenica 4 settembre con la S. Messa sul sagrato per tutta la cittadinanza, e alla sera la processione con la statua della Madonna per le strade dei nuovi quartieri di Pantigliate.
Lunedì 5 settembre la S. Messa al Cimitero come sempre molto partecipata.
Celebrazione della S. Messa sul sagrato
Don Cristian
Dopo 7 anni di permanenza al servizio della comunità parrocchiale di Pantigliate, don Cristian Pina, è stato chiamato a un nuovo incarico nella Parrocchia S. Andrea di Milano.
Vogliamo esprimergli il nostro ringraziamento per il lavoro svolto con i nostri ragazzi e i nostri giovani con dedizione e passione. Auguriamo possa trovare anche nella nuova missione cui è stato chiamato le stesse soddisfazioni che, siamo certi, la nostra comunità ha saputo trasmettere.
La processione presieduta da Don Cristian
Domenica 25 settembre
Nel pomeriggio si è tenuta in Duomo la solenne cerimonia per l’ordinazione diaconale dei Candidati 2006 al presbiterato.
Grande festa nella nostra comunità per la presenza tra i diciotto diaconi di Stefano Cremonesi. A Dio piacendo, dopo più di un secolo un pantigliatese sarà nominato sacerdote.
I nostri auguri oltre che a don Stefano vanno a don Alessio Colombo, anche lui ordinato diacono nella stessa circostanza, che per un anno verrà a svolgere il periodo di diaconato nella nostra parrocchia, ove sarà presente in oratorio nei giorni di fine settimana, per dare un aiuto a don Maurizio ora che la Parrocchia è rimasta senza coadiutore.
Il Duomo durante la cerimonia
Palio
dei rioni
Domenica 11 settembre si è svolto il Palio dei Rioni che quest’anno, per mancanza di organizzatori attivi, è stato ridotto ad una gara di ballo. La manifestazione si è svolta in Piazza Comunale.
Il numeroso pubblico presente ha lasciato stupiti i rappresentanti dell’Amministrazione comunale che hanno quindi lanciato un accorato appello affinché il prossimo anno si possa tornare ad un maggior numero di partecipanti e soprattutto ad un maggior coinvolgimento dei cittadini.
La gara è stata organizzata dalla Scuola di Ballo Arthur Murray di San Giuliano Milanese, presentatrice la signora Viviana Giglietti che per prima ha portato in Italia il marchio della grossa istituzione americana.
Giudici della gara Daniele Dell’Orco, Francesca Giglietti, Simona Passerini, Michele Curci e Stefania Lazzari che compongono un gruppo di insegnanti qualificati con il patentino di World Professional Teacher .
Alla fine delle esibizioni di ballo di Cha-Cha, Swing, Lento e Tango argentino è risultato vincente il rione Le Spade (giallo), la premiazione, come di consueto, è avvenuta in serata nel tendone dell’Oratorio.
La gara di ballo in Piazza
Viale Risorgimento
Nel completamento dei lavori di rifacimento del viale Risorgimento notiamo alcuni interventi che denotano gusto e attenzione a particolari di arredo urbano ed efficienza per la viabilità.
Ne diamo atto a chi, in corso d’opera, ha seguito le varie fasi attuative del programma lavori. Resta il rammarico che la partenza affrettata della sistemazione, in fase pre-elettorale, abbia impedito una progettazione d’insieme più coerente al contesto, così come qualche scelta più coraggiosa riguardo la viabilità complessiva.
La nuova rotonda e Via Di Vittorio
Via Milano
Lo spostamento, all’interno del prospiciente edificio, dell’edicola di via Milano rende più arioso e fruibile il marciapiede lungo la vecchia paullese e ci riappropria di una visione che, a molti di noi, riporta agli anni della propria infanzia.
Grazie Lino e Piera: è un piacere annotare ogni pur piccolo dettaglio che abbellisce il nostro paese!
La rinnovata prospettiva di Via Milano
Prove di …… Piedibus
Ringraziamo l’Amministrazione comunale, in particolare l’Assessore Sante Campion, per aver accolto la proposta della nostra Associazione relativa all’iniziativa Piedibus, già con successo sperimentata in altre scuole della nostra Provincia.
La proposta con il relativo materiale (documentazione sulle esperienze effettuate in altre località) è stato consegnato direttamente in Comune dal Consigliere Antonella Galimberti e dalla nostra associata Ennia Manoni che ha già trattato l’argomento in diversi articoli del nostro periodico.
Area Centrale
In coda al Consiglio comunale del 22 settembre scorso, il Sindaco ha informato che la Curia arcivescovile di Milano ha modificato le proprie intenzioni riguardo la costruzione della nuova Chiesa. Hanno chiesto alla Sovrintendenza alle belle arti il permesso di ampliare la Chiesa parrocchiale – Santuario Madonna della Provvidenza, rinunciando alla realizzazione della nuovo edificio sull’area Centrale.
Dopo vent’anni di dibattito, restiamo dell’idea che la collocazione in area centrale sia opportuna per l’intera comunità e ci auguriamo che questo ripensamento non sia ancora definitivo.
Esprimiamo comunque un profondo rammarico: solo pochi anni fa, proprio sulla spinta dell’urgenza di realizzare la nuova Chiesa è stato accelerato il percorso del Piano di lottizzazione dell’area centrale che, per la fretta, ha prodotto la bruttura e la concentrazione edificativa ormai sotto gli occhi di tutti i cittadini. Se non ci fosse stata questa urgenza, ormai non più voluta nemmeno dalla Curia, si poteva studiare con più calma una soluzione sicuramente migliore. Ora se veramente la Chiesa non dovesse essere costruita, quello spazio è bene destinarlo a spazio verde aperto alla fruizione dei cittadini.
INTERVISTA AL DIRETTORE SCOLASTICO
In occasione
dell’inizio dell’anno scolastico abbiamo
posto alcune domande al Direttore scolastico dell’Istituto Comprensivo
di Pantigliate Prof.
Maurizio Recalcati
Un dirigente scolastico della scuola riformata, con quali problematiche
ha dovuto confrontarsi all’apertura di
questo nuovo anno scolastico?
Scuola riformata o no, i problemi, credo comuni a molti che ricoprono funzioni dirigenziali all’interno delle strutture pubbliche, si ripresentano puntualmente ogni anno: riduzioni d’organico, ritardi nei finanziamenti, turn-over consistente del personale, normativa spesso incompleta e contraddittoria, difficoltà di reperimento di personale docente specializzato, etc.
I genitori dei nostri alunni hanno condiviso le innovazioni introdotte
dalla riforma Moratti, anche riguardo agli anticipi
sia della scuola dell’infanzia che della scuola primaria?
Gli esiti del processo di autoanalisi del funzionamento dell’Istituto segnalano una larga soddisfazione per l’introduzione del Portfolio, soprattutto come strumento utile per una più approfondita conoscenza dei propri figli. Meno interessati agli anticipi (due soli alunni nati nel 2000 su 42 iscritti alla scuola primaria).
Riguardo all’anticipo della scuola dell’infanzia, per intenderci la
scuola materna, come il Comune è venuto incontro alle richieste delle famiglie,
in considerazione che è lo stesso Comune a dover assicurare le strutture
adeguate?
L’Amministrazione di Pantigliate ha avviato la ristrutturazione della scuola di via Manara.
Il problema degli alunni anticipatari si porrà solo dopo la effettiva disponibilità di strutture edilizie adeguate a soddisfare le richieste degli alunni “puntuali”.
Può spiegare ai non addetti ai lavori il significato del “portfolio”, termine introdotto dalla riforma Moratti? E’ vero che sostituisce la vecchia valutazione
scolastica dell’alunno e in cosa si differenzia da questa?
In parole semplici: il Portfolio è una sorta di “cartella”che raccoglie materiali significativi prodotti dall’alunno, prove, test, osservazioni dei docenti, sintesi di ciò che emerge dai colloqui tra genitori, docenti ed alunni. La “cartella”accompagna l’alunno fino al termine del ciclo (scuola dell’obbligo), intendendo rispondere ad una duplice esigenza: una di carattere documentale sul percorso formativo seguito, l’altra di natura orientativa rispetto ai propri interessi, attitudini, etc.
La valutazione è altra attività e si sintetizza nello strumento della scheda di valutazione che ogni scuola autonomamente predispone.
Lo scorso 20 settembre, durante la trasmissione di porta a porta, il
Ministro Moratti ha più volte insistito sul fatto che
la sua riforma ha introdotto l’elemento qualità nella formazione. Se è vero, in
cosa consiste?
Ritengo che la qualità di una scuola si declini in numerosi processi organizzativi, progettuali, gestionali, valutativi, etc.
La Riforma ha introdotto alcuni elementi di novità, ma è incompleta sia sotto il profilo normativo-contrattuale, sia sotto il profilo degli investimenti necessari alla formazione del personale, sia sotto il profilo della disponibilità di risorse da destinare agli Enti locali.
Peraltro, i miei venticinque anni di direzione credo che mi permettano di affermare che le scuole da tempo stiano elaborando e con fatica strategie didattiche innovative, assetti organizzativi più funzionali, tendendo proprio alla “qualità” dell’istruzione.
Alcuni dati
dell’Istituto - Anno scolastico 2005-06
|
Sezioni/Classi |
Alunni |
Scuola Materna |
7 |
189 |
Scuola Elementare |
16 |
311 |
Scuola Media |
9 |
179 |
|
|
679 |
Il Volo
dell’Airone
Periodico dell’Associazione senza scopo di lucro
“Amici
dell’Airone”
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(Milano)
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Roberta Rigolini, Antonino Scafa, Gianna Zeini.
Hanno collaborato: Domenico Barboni, Renato Bucci, Ennia Manoni, Dario Paracchini, Andrea Scaravaggi.
Composizione e stampa:
Società Grafiche Peschiera srl
– Vigliano di Mediglia
Autorizzazione Tribunale di Milano n. 203 del
17/3/2000
Le notizie di questo numero sono aggiornate
alla data del 30 settembre 2005
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