I Sassi nello Stagno e le onde di ritorno...
(appunti dal Consiglio di Zona Milano dell'11 maggio 2000 e riflessioni del Comitato di Zona)

Back

I SASSI NELLO STAGNO

LE ONDE DI RITORNO

IL PROGETTO

“Manca una identità di Zona. Il PdZ è evidentemente fallito, e comunque non è chiaro. Troppi Gruppi non si identificano in un’unica “impresa” di Zona. In Zona non ci si vede e non ci si identifica.”

“Progetto e programma ha forse più senso che siano biennali”

“Cosa si fa in Zona e cosa vorremmo che si facesse. Sono realistiche le richieste contenute nel Progetto di Zona?”

Riappropriamoci del progetto cercando di agire sul contenuto più che sulla quantità.

Rivedere il progetto all’inizio di ogni anno dedicando un incontro di una giornata intera per ridefinire gli obiettivi e concretizzarli in un programma.

In questo modo si vorrebbe aumentare la percezione di interazione dei Capi nei confronti dell’attività di Zona; inoltre i Capi – riappropriandosi periodicamente, o appropriandosi per la prima volta, delle decisioni – avrebbero la possibilità di indirizzare l’impegno della Zona su elementi che hanno acquistato priorità (vedi anche “Gli incontri di branca e gli eventi”). Il tutto senza comunque andare a discapito di una progettualità medio-lunga che riguarderà obiettivi sui quali la Zona s’impegnerà nei tre anni stabiliti dal Regolamento AGESCI. Sarà compito dell’incontro di inizio anno dare ordine e priorità agli obiettivi triennali e alle esigenze contingenti alla luce anche delle risorse e degli strumenti disponibili. Infine, l'incontro potrebbe contenere una parte decisionale (Assemblea) all'interno della quale ratificare le linee stabilite nella parte programmatica e adempiere ad alcuni compiti non delegabili ad altri organi.

I CAPI GRUPPO (CG) E IL CONSIGLIO DI ZONA (CdZ)

“I CG non sanno cosa si fa in Zona e non è chiaro cosa si vorrebbe fare”

“Deleghiamo ai CG determinate decisioni per liberare da questo “peso” i Capi. Facciamo una sperimentazione per i prossimi 2 anni”

“E’ responsabilità dei CG sapere quali sono i Capi che vanno a Zona?”

“Il CdZ dovrebbe farsi carico della formazione per i Capi R/S.”

“La ricaduta del CdZ sui Gruppi è nulla”

“Non c’è passaggio informazioni tra CG e CoCa e tra vecchi e nuovi CG”

“Cerchiamo di capire e stabilire “chi decide e che cosa”: il Consiglio? il Comitato? l'Assemblea? Dopo aver capito, si seguono consapevolmente le linee dure.”

Rendere il CdZ un vero strumento decisionale della Zona, favorire le relazioni, i passaggi di informazioni, l’aiuto reciproco.

Il CdZ dovrebbe incontrarsi tutti i mesi, dedicando alcuni incontri alla formazione del Capo gruppo. Il CdZ potrebbe diventare un luogo di incontro per conoscersi meglio e passare comunicazioni. Anche avere l’occasione ogni mese di vedere il Comitato e gli IABZ può alleggerire i tempi pachidermici della Zona  e aiutare nelle difficoltà e incomprensioni.

Realizzare un quaderno (eventualmente da consegnare in un momento di incontro/formazione) per i Capi Gruppo che rivestono per la prima volta l’incarico, che contenga la documentazione relativa a regole, decisioni, ecc. decise dal Consiglio di Zona e dall’Assemblea (documento sugli eventi, sui Noviziati, sulle iscrizioni, ecc.). Sperimentare una modalità di formazione per i Capi della branca R/S della Zona.

GLI INCONTRI DI BRANCA E GLI EVENTI

“La Zona è utile per gli eventi dei ragazzi e basta.”

“Eventi, c’è chi va ed è contento”

“La Zona è una cassa di risonanza per eventi e notizie, un luogo di confronto, un luogo per la preparazione e la partecipazione agli eventi per ragazzi”

“La Zona è un luogo di incontro e formazione e per gli eventi, che non sono sempre di qualità sufficiente.”

“Prima di proporre l’evento, confrontiamoci ampiamente come Capi, piuttosto facciamolo saltare per un anno, ma Capiamo di più cosa vogliamo”

“Periodo sbagliato per eventi aprile come proposta, pigrizia del singolo e “tradizione” di gruppo a non partecipare.

Vivere gli incontri come momenti dove si è protagonisti e non fruitori di un servizio

A inizio anno i Capi rivedono il progetto/programma di Zona ampliandone eventaulmente alcuni obiettivi e partecipando alla stesura del programma compreso quello degli incontri di branca. In questo modo ogni singolo Capo è a conoscenza di quello che si andrà a fare e può così partecipare direttamente e attivamente alla preparazione degli incontri (è necessario porre però attenzione a non mettere in discussione tutti gli anni questioni che riguardano lo stile – vedi anche il documento sugli eventi approvato dall’Assemblea di Zona del 25.03.2000).

Riscoprire durante gli eventi le caratteristiche tipiche dello scoutismo (gioco, avventura e strada).

L’ASSEMBLEA

“La partecipazione all’assemblea  non è sentita e io C.G. non insisto perché partecipino tutti i Capi. Meno male che alcuni dei miei non sono venuti all’ultima! La Zona fa fatica a gestire le Assemblee, soprattutto nei contenuti, che al momento sono nulli.”

“Assemblea non espleta funzione, le decisioni sembrano già prese.”

“La coca decide chi partecipa alle assemblee (p.es. un Capo per branca)”.

“Sono contro l’idea di dover per forza coinvolgere tutti. Partecipare è una scelta e non un obbligo; anche se in pochi siamo comunque rappresentativi perché chi c’è è sicuramente il migliore perché il più motivato.”

“L’assemblea ha senso ed è utile”

“In assemblea c’è troppa burocrazia (per esempio per approvare il Bilancio basta il consiglio”.

Rivalutiamo l’assemblea come momento di Zona veramente utile

Convochiamo un incontro di tutti i Capi (di un week-end o una giornata intera) ad inizio anno con lo scopo di impostare e programmare l’anno. L’incontro contiene una parte di Assemblea (vedi sopra le proposte ne "Il progetto"). Un’eventuale seconda Assemblea può essere convocata solo in caso di bisogno su richiesta del CdZ.

Qualsiasi tipo di incontro e lavoro di Zona deve essere preparato dalla Co.Ca. che dovrà dedicarci almeno parte di una delle sue riunioni.


 

IL COMITATO DI ZONA

“In Assemblea non si decide e non è accattivante. IABZ, Responsabili e Comitato: cosa fanno?”

Cerchiamo di capire e stabilire “chi decide e che cosa”: il Consiglio? il Comitato? l'Assemblea? Dopo aver capito, si seguono consapevolmente le linee dure.”

Favorire e incrementare  il dialogo tra il Comitato e i Gruppi

La possibilità di vedersi a scadenza regolari può favorire il dialogo. Il CdZ può diventare anche un momento di confronto per le firme delle nomine a Capo e delle schede per i campi scuola rendendo così un momento di confronto un atto che fino ad oggi è burocratico.

Chiarire fin dall’inizio dell’anno il programma (durante il Convegno/Assemblea) degli incontri di branca (evitando così la solita lamentela "In Zona si fanno sempre le stesse cose!"): in questo modo gli IABZ sarebbero alleggeriti dalla parte programmatica più pesante permettendogli così di dedicare più tempo alla propria formazione a favore della qualità degli stessi incontri di branca.

Ridefinire i compiti del Comitato e del Consiglio anche a fronte della proposta di un incontro di Consiglio tutti i mesi.

Le CoCa devono farsi carico della mancanza di Capi disponibili a rivestire il ruolo di quadri in Comitato o in PAMM (IABZ); ogni CoCa deve portare (ove possibile) almeno una proposta per le nomine e le elezioni.
Per rendere accattivante l'Assemblea è necessario creare una "tensione" all'interno della Zona, invitando i Capi a una riflessione sulle decisioni da prendere: i momenti di Zona devno quindi essere preparati in CoCa e verificati (compresi gli incontri di branca).

LA ZONA IN GENERALE

“La Zona è presente per aiutare quando un gruppo sta per chiudere? E cosa può fare per aiutare?”

“Capire cos’è la Zona e cosa vuol dire avere un sentire comune. Non è possibile che si continui a dire è un piccolo gruppo che lavora, perché allora vuol dire che nelle branche vanno in pochi”

“ soffro una mancanza di rappresentatività, non stiamo facendo un buon utilizzo della struttura politica dell’associazione per la partecipazione consapevole. Non siamo capaci ad utilizzare il ruolo del CG  per tirare le fila”

“In Zona sono tanti i livelli a partire dalle zone di branca per arrivare all’assemblea, consiglio, Comitato….facciamo chiarezza”

“In Zona c’è troppa roba e troppi impegni, bisogna concentrarsi su poche cose e veri bisogni dei Capi”

“La Zona va da un’altra parte non tiene conto della situazione reale dei Capi, che forse vola più basso. Non è a servizio dei Capi”

Riappropriarsi del perché fare Zona, riscoprendo anno per anno il senso del progetto e del programma di Zona

Cercare nuove strade, conoscersi meglio per capire meglio le storie dei propri Gruppi, ricercando i punti d’incontro su ciò che abbiamo in comune a discapito dei punti di scontro su ciò che abbiamo di diverso.

Favorire un clima costruttivo e non distruttivo, sostenuto dall’entusiasmo per ciò che si fa.

Raggiungere questi obiettivi attraverso il dialogo tra Capi Gruppo (utilizzando anche lo strumento del Consiglio di Zona) e il passaggio delle informazioni dai Capi Gruppo alle Co.Ca.. Sono i Capi Gruppo a confrontarsi e a tracciare le linee comportamentali e di stile dei Gruppi.

I Capi Gruppo devono farsi carico di informare e coinvolgere i Capi che spesso sono assenti dai momenti di Zona (Consigli, Assemblee, etc...)

LE CO.CA.

“Parlare in coca – per ½ ora – di cosa si fa in Zona”

“Il Gruppo latita in Zona, i Capi non partecipano da soli, abbiamo preso l’impegno di partecipare e capire”.

“Sembra che ci siano due direzioni e l’assenteismo è a vari livelli (non vado a staff, coca, Zona…). E’ importante avere qualcosa di concreto di cui discutere in Zona, passando prima dalla co.ca”

“Fare chiarezza all’inizio dell’anno – a tutti i livelli – di qual è il servizio di ognuno in Staff, in Zona, in CoCa, anche per i CG nuovi. Il Consiglio deve chiamare i CG che non partecipano”

“Manca il gioco delle parti: c’è una linea unica (es di un solo candidato per responsabile, quindi si sa già chi è).

Sentirsi responsabili degli altri Gruppi non giudicando ma sostenendo e confrontandosi con spirito di ascolto reciproco e disponibilità all’aiuto

Sentirsi parte di una Associazione e responsabili del suo andamento. Dedicare tempo di CoCa alla Zona, ricercare possibili candidati agli incarichi di Zona per non subire delle elezioni fasulle e subirsi responsabili in cui non si ha fiducia (è facile criticare tenendosi le mani pulite…)
(vedi anche “Il Comitato di Zona” e “La Zona in generale”)
.

Torna su!
Clicca sulla ranocchia se vuoi tornare su!